
IL PERICOLOSO GIOCO DELLE PARTI
Il caso di Rocco Buttiglione mostra che la maggioranza del Parlamento europeo è schierata su posizioni anticristiane e laiciste, ma questo non è un fatto nuovo. Non è un caso che i governi dell’Unione Europea abbiano respinto un pur timido accenno alle origini “giudaico-cristiane” della civiltà europea. Essi hanno accettato solo il riferimento all’illuminismo e alla civiltà della ragione, come se questa non fosse nata su una storia culturale greco-romana, ebraica e cristiana, che aveva fondato l’idea del primato dell’uomo nel mondo e quindi il valore della ragione umana.
Nel momento in cui il moderno cede il posto al postmoderno e la ragione non indica più né la certezza di un fondamento né la prospettiva del futuro, la dimensione spirituale cristiana è l’unico messaggio di speranza possibile agli europei di oggi. Il trascendentale non è più un pensiero, non rimangono che il nulla o la trascendenza divina. Forse è proprio per l’attualità del cristianesimo che esso suscita una tale ripulsa, ma sta di fatto che la politica europea sembra di nuovo dividersi tra cristianesimo e anticristianesimo.
Ciò richiede ai cattolici una grande attenzione, perché essi devono a un tempo difendere la loro identità, che è l’unica speranza dell’Europa, e sostenere la democrazia anche quando essa gioca contro di loro.
Buttiglione si è trovato di fronte a questo problema e ha scelto di proclamare i suoi princìpi, provocando una crisi istituzionale. In queste circostanze, occorre ricordare che la virtù cardinale che presiede alla vita civile, secondo la tradizione di san Tommaso, è la virtù della prudenza. Forse Buttiglione ha usato il registro della proclamazione di fede quando si trattava, semmai, di rovesciare la legittimità della richiesta dell’avversario, che insisteva sul chiedere le posizioni personali.
Conciliare la difesa dall’identità con il sostegno alla democrazia è il problema che i cristiani affrontano quando un’ondata laicista sovverte la politica europea, creando situazioni potenzialmente drammatiche come quella creata in Spagna dalla guerra contro la Chiesa promossa dal governo Zapatero.
Il caso Buttiglione ha portato problemi anche nel mondo laico ed ha fatto emergere un liberalismo non ideologico ma civile e politico nella cultura italiana, e non solo in essa. Sono i laici liberali che devono aiutare i credenti a difendere la propria identità e impedire che il nichilismo invada l’Europa.
La Chiesa è rimasta sola a difendere il principio della natura umana come regola morale di vita, come fondamento dei diritti e doveri civili: una tradizione che fu propria dell’illuminismo e che ora gli eredi dell’illuminismo sembrano dimenticare per fare della libera scelta sui temi della natura e della vita l’unico criterio di giudizio.
Purtroppo anche nel mondo cattolico il tema dei diritti della natura umana è andato affievolendosi e viene sostituito da un principio di utopia in cui vive l’identità dello schema rivoluzionario perduto con la fine del comunismo. è singolare che tra i cattolici dell’Ulivo nessuno abbia difeso le ragioni di Buttiglione, magari dissentendo dal suo modo di esprimersi. Sembra dunque che anche tra i cattolici di sinistra il tema della natura umana e il valore della famiglia non siano princìpi che vanno oltre il gioco delle parti politiche.
bagetbozzo@ragionpolitica.it
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