Il pollaio di Futuro e libertà: il gallo Fini, i falchi, le colombe e due pennute da competizione

Di Caterina Giojelli
14 Febbraio 2011
E' nato il partito di Fini, ma rischia già di spaccarsi: il leader si autosospende per restare presidente della Camera, così Bocchino diventa vicepresidente, anche se non piace a Urso, che doveva essere capogruppo, ma viene nominato portavoce perché non piace a Bocchino. Tra un litigio e l'altro, ci sono anche le due donne di Fini, che però si mantengono a distanza

Un solo uomo, due donne, e un progetto politico così reazionario da gridare al naufragio il giorno in cui vengono mollati ufficialmente gli ormeggi. Nasce spaccato il partito Futuro e libertà, battezzato ieri a Fiera Milano Rho da un neo-acclamato e subito autosospeso presidente Gianfranco Fini, alle prese con la conservazione dello scranno più alto di Montecitorio e la costruzione di una pace impossibile tra i suoi colonnelli, dopo la nomina a vicepresidente Fli di Italo Bocchino che ha relegato al ruolo di portavoce Adolfo Urso, sostituito nella corsa a capogruppo della Camera da Benedetto Della Vedova.

Nasce per «raccogliere la bandiera» di quello che doveva essere e non è stato il Pdl – nel suo discorso Fini oppone i valori fondanti di Fli, sovranità popolare, responsabilità all’estero, legalità, a quanto emerso da «invereconde vicende private» che vedono protagonista il premier – e per tendere la mano a Bossi proponendo un piano di riforme immediate ed elezioni nel 2012.

Ma nasce anche propenso ad aver vita breve: entrambi eletti grazie ai voti l’uno dell’altro, «dimettiamoci entrambi e andiamo al voto», è questa la sfida lanciata da Fini a Berlusconi in persona, mentre alle sue spalle, la rottura tra falchi e colombe futuristi, tra minacce di dimissioni, fughe e rinvii del vertice tra senatori insorti, sembra farsi col passare delle ore sempre più insanabile.

Più accorta e senza dubbio più efficace all’immagine di quello che faticosamente cerca di dirsi un partito da battaglia, la tattica marziale adottata dall’ex moglie di Fini Daniela Di Sotto e l’attuale compagna Elisabetta Tulliani per non incontrarsi né dividere neanche un bracciolo del padiglione 18 della Fiera di Milano: la prima a sostenerlo con gli applausi tra i militanti, la seconda con i pretoriani tra palco e retropalco, entrambe presenti e a debita distanza. Nel pollaio di Futuro e libertà, tra falchi e colombe, insieme al gallo, anche due pennute da competizione.

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