Da bambina giocavo a intrufolarmi fra le fila di lenzuola candide stese, e ad affondarci il naso dentro. Incredibile come un odore sappia attraversare la vita
In una giornata caldissima in campagna ritiro le lenzuola stese ad asciugare. È bastata un’ora, in questo sole ardente. Attorno, il profilo delle colline e il silenzio. Mi viene istintivo un gesto remoto, di quando ero molto piccola, in montagna. Ritiravano la biancheria stesa, le donne, dopo pranzo, sapendo che nell’afa di luglio poteva scoppiare un temporale. Io, dal basso, giocavo a intrufolarmi fra le fila di lenzuola candide, e ad affondarci il naso dentro. Indimenticabile, il profumo di sapone di Marsiglia – si lavava ancora a mano, al lavatoio – come cotto dal sole.
Quel profumo lo ritrovavo, a sera, all’ora di dormire, nel letto, e nel cuscino. Si mescolava con l’aroma di abete dal pavimento di legno. Quella era l’estate, e il mio sonno infantile, fiducioso, certa che il viso di mia madre sarebbe stato, al mattino, il primo a sorridermi.
Poi, di colpo si spaccò tutto. E mi addormentavo sola, o ero io a svegliare mia madre, che cercava rifugio dalla realtà nel sonno.
Ma oggi, ne...