
Il raro coraggio del fare
Forse non tutti i giorni della “verifica” sono andati perduti, nonostante non abbiano giovato all’immagine del governo. Ciò che ne è risultato mostra che veri dissensi sul contenuto delle politiche non vi erano e che il contrasto era sull’immaginario dei partiti. La politica del centrodestra è nata ed essa non è una politica ideologica ma usa tutte le tecniche di governo possibili per promuovere lo sviluppo del paese. E dire che problemi divisivi non ne sono mancati, a cominciare dai bond Cirio e dal caso Parmalat e quindi dalla crisi degli istituti preposti alla garanzia del raccoglimento del risparmio e al controllo delle azioni come la Banca d’Italia e la Consob. L’anno precedente c’era stata la crisi della Fiat. Tuttavia se Forza Italia e la Lega sono nate in contrasto alla Prima Repubblica, i post-democristiani e i post-missini ne avevano fatto parte: e ciò permette una comune visione della crisi ma dà luogo anche a sensibilità particolari legate alla storia politica delle componenti più antiche della maggioranza. Così è sembrato che il vertice di Arcore del lunedì tra Berlusconi e Bossi discriminasse Alleanza Nazionale e l’Udc e rendesse meno rappresentate le esigenze espresse dai partiti più tradizionali. Alla prova del fuoco della verifica si è visto che sul contenuto del governo non c’era nulla da verificare ma solo la necessità di dare qualche maggior visibilità politica ad Alleanza Nazionale ed ai centristi. Follini ha rifiutato l’incarico di governo ma ha confermato il pieno impegno dell’Udc nella maggioranza. Se vi è un blocco centrale che corrisponde all’insieme della maggioranza, vi sono anche elettorati particolari ai singoli partiti. Così l’Udc deve competere con i popolari e con l’Udr, la Lega fare il pieno della sua militanza, An difendersi dalla scissione provocata dalla Mussolini. Forse per questo l’idea della lista unica alle europee è stata cancellata in base alla convinzione che i blocchi di partiti perdono i voti marginali di ciascun partito. Ma questo impegna ancora di più la Casa delle Libertà a mantenere la pace interna nella differenza elettorale. È una prova di fiducia dell’unità della Casa nella differenza delle sue componenti.
Costruire il centrodestra in Italia vuol dire costruire la forza politica centrale, la forza politica moderata che corrisponde al carattere moderato della maggioranza del paese. E occorre costruirla in una prospettiva di cambiamento facendo sentire che il governo considera l’Italia non in declino ma capace di avere un futuro dinanzi alle difficoltà del tempo presente. Per questo l’impegno della riforma costituzionale è la massima sfida che la maggioranza lancia a se stessa e al paese. Per quanto i problemi dello sviluppo economico siano pressanti, anche la riforma del paese, attesa da tanto tempo per le sue istituzioni è ugualmente la forma della novità del centrodestra: dalla riforma federale, alla riforma costituzionale, alla riforma della scuola, alla riforma del lavoro. Questo è un governo non della politica ma del corpo del paese, in questa sua carnalità anti-ideologica sta la sua conformità al realismo cattolico del paese, sinora sconfitto dalle ideologie del conflitto Berlusconi risponde alla delegittimazione della sinistra con l’impegno del governo: alla guerra della astrazione con la sensibilità della realtà. Governare bene vuol dire avere successo e avere consenso? Non sempre è così. Ma quel che importa è la certezza morale di rispondere solo ai problemi del governo del paese anche quando l’opinione pubblica non è guidata a percepire la qualità del governo.
bagetbozzo@ragionpolitica.it
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