Il Regno Unito legalizza i matrimoni di Scientology, equiparando la setta alle altre religioni

Di Elisabetta Longo
12 Dicembre 2013
Scientology non riconosce l'esistenza di un dio ma per la Corte suprema sarebbe «discriminatorio confinare la religione solo all'interno delle fedi che prevedono l'esistenza di una divinità»

La Corte suprema britannica ha riconosciuto la validità dei matrimoni celebrati nei luoghi di culto di Scientology, equiparando di fatto la setta a una religione come le altre. Finora i fedeli della setta di Ron Hubbard potevano sposarsi in modo legale nelle proprie sedi, come se fossero autentici luoghi di culto, solo negli Stati Uniti o in Scozia.

DIO NON C’ENTRA CON LA RELIGIONE. A condurre la battaglia legale è stata Louisa Hodkin, alla quale era stato rifiutato il permesso di sposare il fidanzato Alessandro Calcioli in una cappella del culto di Scientology. La donna si era rivolta all’Alta Corte, che però ha ribadito una sentenza del 1970, che stabiliva che Scientology non poteva amministrare i sacramenti in quanto non prevedeva «nessuna venerazione di Dio o di un essere supremo». Ma cinque giudici della Corte suprema hanno ribaltato il verdetto affermando che «la religione non può essere confinata solo all’interno delle fedi che prevedono l’esistenza di una divinità» perché «si tratterebbe di una forma di discriminazione religiosa nella società attuale».

I SEGUACI DELLA SETTA. «Siamo molto felici per questa decisione e molto rallegrati per Louisa e Alessandro», ha detto un portavoce dell’organizzazione. La sentenza potrebbe avere anche altre conseguenze perché, secondo Eric Pickles, ministro per le Comunità locali, ora Scientology potrebbe avere diritto agli sgravi fiscali previsti per i luoghi di culto.
In Gran Bretagna i seguaci di Scientology sono oltre 100 mila stando a quanto dichiara la setta ma solo duemila persone l’hanno pubblicamente dichiarato in occasione del censimento del 2011.

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7 commenti

  1. Cisco

    Premesso che da sempre sono per l’abolizione del matrimonio civile, ritengo che la frase «la religione non può essere confinata solo all’interno delle fedi che prevedono l’esistenza di una divinità» e’ sacrosanta: infatti anche l’ateismo e’ una religione, dato che adora una serie di idoli non indifferente, a partire dagli intramontabili Potere Sesso Denaro: senza un dio non restano che gli dei (più o meno terreni).

  2. luca

    insomma, certo che setta o religione la differenza è poca ma almeno le vostre (cattoliche) liturgie e la vostra storia è antica, affascinante e le cavolate che sparate essendo in voga da millenni sembrano meno irrazionali…
    certo ce uno si ferma a pensare, cosa che evidentemente non fate, non è che gli angeli e i diavoli e i santi e tutte quelle cose li siano più plausibili di qualunque altra cosa.

    secondo me si dovrebbe celebrare un matrimonio civile, unico matrimonio che lo stato riconosce e ognuno poi si facesse il matrimonio privato come vuole…

  3. Reality

    Non vi è alcuna sostanziale differenza tra una setta e una religione, si differenziano solo per diffusione e dimensioni. Tutte sono fondate da individui che dicono di essere a conoscenza dei voleri di una qualche Entità soprannaturale e, in qualche modo, di rappresentarla in terra, e dai loro seguaci, che credono a quanto viene loro raccontato con l’appoggio di “sacre scritture” più o meno antiquate.

    1. Francesco

      Bum

  4. andrea

    vivi e lascia vivere.

  5. beppe

    caro sergio landi, hai ragione. pensa però che mai e poi mai un allevatore che ne so, di bovini, metterebbe su una bella stalla gay. lascio a te indovinare il perchè…

  6. Francesco

    Ecco adesso anche la UAAR fara’ richiesta di celebrare i matrimoni, in Italia 🙁

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