IL RILANCIO DI BERLUSCONI

Di Gianni Baget Bozzo
25 Novembre 2004
Le dichiarazioni con cui il presidente del Consiglio ha annunciato di voler procedere, già per il 2005

Le dichiarazioni con cui il presidente del Consiglio ha annunciato di voler procedere, già per il 2005, alla riduzione generalizzata delle imposte sulle persone fisiche contengono in sé una valenza politica che è importante prendere in considerazione. Quella di Berlusconi è la riaffermazione di una leadership non studiata a tavolino o nelle segreterie di partito, ma conquistata costituendo un popolo che si è riconosciuto in lui. Berlusconi e Forza Italia hanno conosciuto momenti di maggior consenso quando il rapporto con gli elettori è stato il più diretto, franco ed immediato possibile. Il consenso è invece calato quando il logorio delle trattative infinite ha dato l’impressione di un ritorno a vecchie pratiche con il manuale Cencelli. Il presidente del Consiglio ha voluto ristabilire la sua leadership nella Casa delle Libertà giungendo alla minaccia di dimettersi e di chiedere le elezioni anticipate, cioè la crisi del governo e della legislatura. Questo è accaduto non per disegnare uno scenario di crisi, ma per indicare che le promesse elettorali fatte da lui nel contratto con gli italiani impegnavano tutta la coalizione di governo. La riduzione delle tasse interessa tutta la maggioranza che ha votato per Berlusconi presidente e infatti gli alleati, a cominciare da Alleanza Nazionale, hanno accettato di impostare il problema accogliendo la prospettiva di Berlusconi delle tre aliquote dell’Irpef. Solo l’Udc nicchia, ma Casini ha accettato il principio della riduzione delle tasse e ha posto il problema della compatibilità con le regole del Trattato di Maastricht. Ma Berlusconi ha già dichiarato che il costo della riforma sarà coperto con la riduzione della spesa pubblica. è ancora incerto quali siano i settori dello Stato che devono fare un passo indietro in ragione della riforma fiscale. Lo scenario di crisi disegnato da Berlusconi è solo un mezzo per ricordare agli alleati che la diminuzione delle tasse è anche l’unico mezzo per rilanciare i consumi e corrisponde alla filosofia liberale che Forza Italia ha portato nella coalizione ottenendo il consenso popolare che ha potenziato anche i partiti alleati.
Non è sicuramente intenzione del presidente del Consiglio proporre la crisi del governo e della legislatura. Non è infatti certo che lo scioglimento del Parlamento si imponga al capo dello Stato solo perché è entrata in crisi una maggioranza. Questo sarebbe il caso della nuova Costituzione votata dal centrodestra ma che attende di compiere ancora il suo iter parlamentare.
Un governo Dini tuttavia oggi non sarebbe possibile per il carattere di alternanza assunto ormai dai due schieramenti, però il potere di scioglimento rimane nella prerogativa del capo dello Stato. Anche il fatto che viviamo in un sistema elettorale maggioritario rende inevitabili le alleanze di partiti. Rimane quindi il fatto che Berlusconi ha voluto sottolineare che egli è stato eletto già con un mandato maggioritario, il tema della lista all’uninominale era la scritta: “Berlusconi presidente”. è quindi logico che l’uomo che ha costruito l’alleanza e fondato l’alternativa si comporti già come il premier previsto dalla riforma costituzionale. Berlusconi ha rivolto, in questa occasione, gli occhi al suo partito, Forza Italia, spesso da lui trascurato, per dargli il compito di essere all’avanguardia di un movimento popolare. Con il coraggio di una oculata scelta dei tagli della spesa pubblica, la riduzione delle aliquote può diventare finalmente realtà.

bagetbozzo@ragionpolitica.it

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.