Il ritorno del Pater noster (era ora)

Di Gianni Baget Bozzo
28 Marzo 2002
Quando torneremo ad avere non un sistema di concetti ma un ordine di segni?

Pascha nostrum immolatus es Christus, il ricordo della liturgia latina torna in tutti coloro che, come il cardinale Ratzinger, sanno misurare quale tesoro sia andato perduto con la perdita della lingua sacra, della lingua che non si capiva: come se nella religione fosse la comprensione esteriore della parola e non la voce interiore dello Spirito quella che insegna, che ha la scienza di Dio. Certo chi sente oggi la Messa quotidiana non sa più cosa era, a suo tempo, la Messa cattolica, quella che ha resistito alla Rivoluzione illuminista e non ha resistito allo strappo di uno sciagurato liturgista. A che serviva la lingua non compresa? A far comprendere che ci si trovava di fronte al Mistero, che la cosa più importante della Messa era quella che si credeva, che si viveva come Mistero pur non intendendola come lingua. Il latino era simbolo del mistero divino: e la liturgia è un linguaggio di simboli, il solo linguaggio con cui si può esprimere il divino, nella sua forma più alta, la preghiera della Chiesa. Certo lo Spirito non abbandona, ma non abbiamo più espresso il senso del Mistero. Il Mistero è l’essenza che un segno, la lingua morta appunto, indichi che il Mistero è presente. Il Mistero è sempre là: solo che è divenuto un mistero anonimo. La lingua ignota, che era il segno del Mistero, non è più là. E non tornerà più. Un tempo della Chiesa cattolica, quello di cui io sono figlio, è passato per sempre. La nuova edizione del Missale Romanum, che è una riforma in senso ortodosso di un Institutio Missalis Romani del 1971 che non era mai stata accettata, senza riserve apre nuove strade. Oggi sarà di nuovo chiesto di ricevere la comunione in ginocchio ed ai fedeli di inginocchiarsi innanzi alla Consacrazione. È persino consigliato di conoscere in latino il Credo ed il Pater noster. Ci si è accorti dell’errore compiuto allora. E c’è il ritorno al gregoriano e la fine della Messa delle chitarre. Piccoli segni della ricomparsa della liturgia come segno del Mistero proprio nella simbolicità dei gesti, più alta del significato delle parole. Il Mistero è ciò che è espresso con segni che sono oltre la ragione. Ma è il segno che è il futuro della Chiesa, è la riforma della riforma, è la cancellazione dei segni dell’Illuminismo morente sulla liturgia cattolica, divenuto culto comunitario in cui nasconde la vera liturgia del Mistero. Forse un giorno come spera il cardinale Ratzinger torneremo ad avere l’altare rivolto a Oriente, verso il Cristo che viene; forse avremo ancora non un culto, ma una liturgia, non un sistema di concetti, ma un ordine di simboli e di segni. Ritroveremo la verità dell’Antico Testamento, grandioso sistema di segni, origini dei nostri e che l’Illuminismo degli sciagurati della liturgia ci ha tolto con un rapido imprevisto colpo d’ascia del principe di questo mondo.

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