Il secondo esilio di Anna Frank

Lo scandalo dell'asilo in Germania, intitolato alla ragazzina ebrea uccisa dai nazisti, che propone di cambiare nome su richiesta di alcune famiglie musulmane nasconde due elementi positivi

In un momento in cui in Germania vengono lanciate bombe molotov contro i muri delle sinagoghe a Berlino; in cui vengono disegnate stelle di David sulle case degli ebrei nella capitale; in cui per le strade di Amburgo vengono gridate impunemente da giovani musulmani davanti alle telecamere frasi come «Io sto con Adolf Hitler, gasiamo gli ebrei!»; in un momento in cui l'antisemitismo è riesploso proprio nel paese del "mai più", la notizia che un asilo comunale di Tangerhütte intitolato ad Anna Frank vuole cambiare nome su richiesta di genitori islamici non poteva che sollevare un polverone mediatico e politico.
Anna Frank, il simbolo della Shoah
La giovane ebrea originaria di Francoforte, autrice del diario più famoso del mondo, arrestata ad Amsterdam dove era stata costretta all'esilio con la famiglia per sfuggire ai nazisti, è stata uccisa a 15 anni nel campo di concentramento di Bergen-Belsen ed è probabilmente la vittima più famosa dell'Olocausto.

La Germania le ha int...

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