Lascia in eredità una proposta di legge che può cambiare per sempre le relazioni tra lavoratori e padroni. E un compito che pare la nemesi del landinismo: «Un nuovo Contratto Sociale tra governo, sindacato e imprese»
C’era una volta la Triplice, e oggi non c’è più. Anzi, se c’è di fatto una Duplice, uno sbilenco connubio tra il movimentismo della Cgil di Maurizio Landini e della Uil di Pierpaolo Bombardieri, è perché Luigi Sbarra, leader uscente della Cisl, ha avuto la forza di smarcarsi da un asse sindacale divorato dalla tentazione di farsi collaterale alla politica. Coraggio ce ne vuole, in un mondo complicato come quello sindacale, per battere una scomoda via solitaria al riformismo, ma per uno che da ragazzo coordinava proteste e rivendicazioni dei braccianti della Locride il coraggio non è di sicuro un problema.
La ricetta: meno scioperi, ma mirati, maggior ricorso possibile alla contrattazione e iniziative “fuori sacco” ma importanti come una legge per far entrare le rappresentanze dei lavoratori nelle stanze dei bottoni delle imprese. Dopo appena quattro anni di mandato, però, la Cisl cambia ancora guida: al compimento dei 65 anni Sbarra ha annunciato l’addio, indicando la segretaria aggiu...