Il talento smisurato e l’autoironia di Roberto Perrone

Sport über alles special. Perri era un uomo buono, un uomo di fede, che non si dava troppa importanza, perché le cose che contano sono altre

Era la metà degli anni Novanta. Per il settimanale Vita chiesi ad alcuni scrittori di fare un breve racconto sulla loro città. C’erano scrittori di Napoli, Palermo, Torino, Roma, Trieste. Quello di Milano ero io. Mancava Genova, ma non conoscevo al tempo nemmeno uno scrittore di Genova. Decisi allora di chiedere a Perri, che era di Rapallo. Roberto Perrone era un formidabile giornalista sportivo, che però non aveva mai scritto un racconto in vita sua. Lo chiamai, gli feci la proposta, lui chiese quanto pagavamo. Dissi una cifra. Fate schifo, rispose, comunque lo scrivo lo stesso perché sono convalescente e non ho un c... da fare. Il suo racconto ci arrivò via fax circa mezz’ora più tardi, ed era di gran lunga il più bello della serie.

Perri aveva un talento smisurato, di cui però sembrava importargli poco. Dopo quella volta non scrisse più di narrativa fini ai primi anni Duemila, quando cedette alle mie quotidiane insistenze e cominciò a ...

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