
Il tremendo impatto del Papa e altre provocazioni nella capitale del Nuovo Impero
Settimana scorsa sono stato ospite al “Charlie Rose Show” un programma televisivo di discussione sui principali temi della politica, della scienza e della cultura (il programma viene messo in onda nella fascia serale coast-to-coast dalla “PBS”, una rete privata creata da importanti compagnie e fondazioni. Il pubblico medio comprende moderati e liberal, bene istruiti e intellettuali, veri o presunti. Io ho già partecipato due volte al programma, la prima volta per discutere di un documentario sul Papa, l’altra di un nuovo libro su Gesù Cristo. Nonostante io normalmente non faccia uso di occhiali da sole, sono stato riconosciuto dagli spettatori per strada). Ieri l’argomento era il viaggio del Papa in Israele. La PBS ha inviato una limousine per prelevarmi e condurmi allo studio (questo è l’aspetto piacevole della nuova evangelizzazione dei media, nonostante poi non ti paghino una lira). Dopo cinque minuti di tragitto, l’autista si è dichiarato musulmano e mi ha chiesto: “Cosa ne pensa di Gesù Cristo? È davvero il figlio di Dio? E che significa?”. La cosa è venuta fuori dal nulla, ci eravamo scambiati solo qualche parola sul tempo e quella persona non sapeva nulla dello scopo del mio viaggio. Mi ha raccontato tutto quello che i musulmani insegnano su Gesù (francamente mi è sembrato meglio di quanto credono oggi certi cosiddetti cristiani) e voleva sapere in cosa noi cristiani crediamo esattamente. Arrivati allo studio televisivo, ho raggiunto il camerino del trucco dove lavorava una signora portoricana, la quale, venuta a sapere che pure io arrivavo dal suo paese, ha cominciato a interrogarmi sulla Vergine Maria e su come lei poteva difendere la dottrina cattolica dagli evangelici (l’autista musulmano, mi ricordai, mi aveva detto di credere che la Vergine Maria aveva concepito Gesù senza conoscere alcun uomo…). Dopo questa conversazione, mentre stavo aspettando l’inizio dello spettacolo, ho incontrato un importante rabbino che era stato invitato alla discussione televisiva. Era assolutamente entusiasta della visita papale e molto critico verso chi aveva affermato che la richiesta di perdono del Papa non era andata abbastanza in profondità. E lo disse durante lo show. Anche Charlie Rose, un protestante, era d’accordo. Un’altra limousine mi ha poi ricondotto al seminario. L’autista questa volta era un indiano, un indù, e dopo aver ascoltato quello che era successo allo show, mi ha chiesto di spiegargli cosa diceva il cristianesimo di Gesù e degli ebrei, e poi di Gesù e degli indù. Quando sono entrato nel seminario sono andato nella cappella e ho riflettuto su tutto quello che mi era successo, sulla provocazione continua della pretesa cristiana, sul sorprendente pluralismo della società americana, sul tremendo impatto di questo Papa e su questa giornata sempre più tipica nella capitale del Nuovo Impero.
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