Il vecchio che avanza. Dalla democrazia alla gerontocrazia

Di Gianni Baget Bozzo
28 Febbraio 2002
Ancora una volta la guerra degli extraparlamentari contro il Pci: il ‘68 quarant’anni dopo

Ancora una volta la guerra degli extraparlamentari contro il Pci: il ‘68 quarant’anni dopo. E pensare che la sinistra, che dovrebbe essere il partito futuro, è divenuto il partito dell’eterno ritorno, con le medesime facce, c’è ancora la Rossanda, Lucio Magri. E poi la seconda generazione di Cacciari, Flores D’Arcais, e naturalmente Cossutta. Dei partiti di centro non appare più nessun volto: i comunisti sono tutti là, magari in apparente esilio come Pietro Ingrao. È una generale salamoia. Recitano i medesimi gesti, ripetono le medesime parole: forse l’essere identici nella storia è il modo degli atei per pensarsi eterni.

Questo è un fenomeno solo italiano, i comunisti degli altri paesi hanno altre facce: chi ricorda in Spagna Santiago Carrillo? e anche Julio Anguita è passato. Sarebbe come se in Francia ci fosse ancora Georges Marchais. La sinistra non è sempre verde, è sempre vecchia, ma sembra che essa possa morire solo quando non ci sarà più spazio per i novantenni ed oltre, perché Bobbio è ancora là. Erano questi les lendemains qui chantent dei comunisti francesi? È questa l’utopia della sinistra, la perfetta gerontocrazia? Oppure dobbiamo dire che i comunisti italiani hanno scoperto una qualche via non alla reincarnazione, ma alla revivificazione delle salme? È questa stranezza italiana che è la vera chiave dell’anomalia italiana: l’immortalità di tutti i comunismi e delle loro guerre interne. A questo punto il ministro Castelli prevede le stelle a cinque punte; ma il caso D’Antona? Non erano già tornate anche quelle? La Casa delle libertà è tutta nuova, la sinistra tutta vecchia. È nata un’altra Italia. E’ nata nonostante le molte simpatie che il mondo cattolico, di tutti i movimenti, ha opportunisticamente mantenuto con i postcomunisti. Ed è esattamente questa capacità dei comunisti di penetrare decristianizzandolo il mondo cattolico che spiega in parte l’anomalia italiana.

Ma ora la grande ondata fredda del nichilismo ghiaccia ancora di più quel che rimane di questi apparenti immortali. Che possono fare solo una cosa: odiare. Odiare nella vita degli altri la morte che portano in sé. Certo in confronto al Pci di Togliatti o al Manifesto del ‘68 si può riconoscere il titolo al fascino che esercitavano; ma che oggi quel passato ritorni prova che la fissazione nella memoria genera mostri. Fortunatamente, non più cadaveri. Ne hanno fatto il maggior accumulo nella storia umana i comunisti di tutte le obbedienze.

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