Immigrazione, a Meloni servirà la pazienza di Giobbe

I tentennamenti della Tunisia, le ambiguità della Germania, il solito asse magistratura-media-sinistra. Il governo ha tre fronti aperti che non può affrontare contemporaneamente

Giorgia Meloni ha scritto che quello iniziato dal governo sull'immigrazione è «un lavoro difficile, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione». Le serviranno entrambe, soprattutto la prima visto che sono almeno tre i fronti aperti che si trova ad affrontare: la tenuta del patto con la Tunisia, le ambiguità della Germania, la magistratura italiana politicizzata.

Proprio in questi giorni Kamel Feki, il ministro dell’Interno della Tunisia, ha mandato un messaggio all'Europa: «Non siamo dei gendarmi, possiamo difendere solo i nostri confini. Non possiamo fungere da guardia costiera per altri Paesi». Il "non detto" è importante: la Tunisia ha rifiutato di 127 milioni pattuiti con la Ue nel Memorandum perché punta a ottenerne molti di più (900 milioni, vincolati al prestito del Fmi di 1,9 miliardi di dollari). Insomma, riassumendo grezzamente: se volete il nostro aiuto, pagate.
I guai di Scholz
E qui è chiaro che Meloni, che si è data molto da fare...

Contenuto riservato agli abbonati: abbonati per accedere.

Già abbonato? Accedi con le tue credenziali:

Exit mobile version