
Infine, Bobbio
Commuove vedere Norberto Bobbio scrivere il primo libro del democratico antifascista dopo che la sinistra italiana ha vissuto dieci anni per liberarsi dal ricordo di essere stata comunista. Si parla scherzosamente del “papa laico”, cioè del laico che si pone come antipapa. E Bobbio ha assunto proprio questa funzione. Comprendo perché lo ha fatto. Ha descritto la sinistra del 2000 come la rappresentazione della sua agonia, si potrebbe parlare anche del suo smarrimento: la sinistra è presa dal panico di non essere. Ci sono varie forme di reazione a questa sindrome. C’è “l’infine siamo nell’Internazionale socialista” che è la forma di Amato e di D’Alema. C’è “infine abbiamola Cgil e le regioni rosse”. C’è “infine abbiamo il governo ancora per un po’”. Ma insomma tutti reagiscono al classico effetto dell’ansia: il panico. E questo panico ha un nome: Rutelli. Il panico è nato a sinistra non appena è sorto Rutelli. Perché Rutelli è l’immagine del vuoto. Prima di Rutelli c’era la rabbia e la passione, l’odio per Berlusconi, il senso della storia passata. Solo dopo Rutelli è subentrato il panico. La sinistra si è guardata allo specchio e ha visto Rutelli. Il panico è nato così. La sinistra può riconoscersi in un industriale, in un prete, in uno socialmente impegnato. Ma non nella figura di chi ha vissuto la politica come contentezza. La sinistra è sofferenza. Rutelli è leggera allegria. Vi è un conflitto al metalivello, non con ciò che Rutelli dice ma con quello che Rutelli sembra. Un perenne giovanotto radicale senza neanche i digiuni di Pannella, senza la tragica bruttezza della Bonino, non offre un’immagine sinistra-compatibile. Per questo è giunto Bobbio. Penso all’idea che i laicisti hanno delle encicliche papali. E per un laicista che si rispetti, la vera enciclica è il Sillabo. Bobbio, nei panni dell’antipapa ha voluto scrivere il Sillabo. Ha voluto ricordare alla sinistra tutte le realtà da comunicare: i sanfedismi, i clericali, i fascisti, i ciellini, i santi, le madonne, tutto ciò che rappresenta l’arma propria della Chiesa. E la cosa singolare è che tra questi arnesi di sacrestia Bobbio mette alla fine Berlusconi. Insomma, Wojtyla e Berlusconi sono la medesima solfa. Ci fa piacere vedere riconosciuta in così autorevole sede l’affinità tra il Papa e il leader di Forza Italia. Il nemico storico di Bobbio comincia con Pio IX, passa per la Repubblica sociale e termina con Berlusconi. E’ una visione un po’ rapida della storia, ma volendo scrivere una vigorosa enciclica, Bobbio non ha badato a spese. Pio IX aveva avuto il pregio della chiarezza, Bobbio ha voluto dare al suo grido dell’armi la stessa potenza. Un antipapa ha il Papa per modello.
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