
INTENZIONI
Scriveva T. S. Eliot circa settantanni prima del dibattito su fecondazione e ricerca genetica:
«O Signore, difendimi dall’uomo che ha eccellenti intenzioni e cuore impuro».
I dibattiti più importanti sul futuro si concentrano più spesso sulle buone intenzioni che sull’esperienza. In questi giorni, il richiamo alle buone intenzioni della scienza (o del suo fantasma) a riguardo la capacità di guarigione, lo sviluppo di tecniche miracolose, si è fatto pressante e sguaiato. L’uomo di buone intenzioni si erge, e trova retrivo e da dimenticare tutto quel che alle sue buone intenzioni si oppone. Provate a dire a una ragazza che ha scoperto da poco di essere incinta che quel che ha in ventre è solo un ammasso di cellule. Provate a dire che i vostri genitori non vi hanno mai trattato come un diritto.
Provate a dire che la ricerca non dà a oggi garanzie che sia opportuno usare la vita al suo stato nascente per fare esperimenti. Vi esibiranno le buone intenzioni per nascondere di non sapere più, nell’esperienza, cosa è la gratuità e il bene presente. Useranno contro di voi le eccellenti intenzioni come un’arma, un’arma infernale.
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