L’invasione cinese dell’Europa parte da Germania e Ungheria

Di Leone Grotti
17 Marzo 2023
Dopo aver aperto una fabbrica di batterie elettriche in Turingia, la Cina darà presto il via a un impianto da 7,8 miliardi nel paese di Orbán. Catl, il più grande produttore al mondo, festeggia «l'espansione globale» di Pechino
L'impianto di batterie elettriche della Catl (Cina) in Germania

L'impianto di batterie elettriche della Catl (Cina) in Germania

Mentre i big dell’automotive europeo bloccano la costruzione di fabbriche di batterie elettriche in Europa per trasferire i progetti negli Stati Uniti, dove godranno dei ricchi sussidi promessi da Joe Biden, la Cina si prepara a prenderne il posto e a conquistare il nostro mercato. Dopo aver aperto un impianto in Germania, il colosso cinese Catl, il più grande costruttore al mondo di batterie elettriche che da solo detiene il 34% del mercato mondiale, investe altri 7,8 miliardi in Ungheria.

La Cina fa affari con l’Ungheria

La gigantesca fabbrica di batterie elettriche, che creerà fino a novemila nuovi posti di lavoro nel paese guidato da Viktor Orbán, sorgerà a Debrecen, città di 200 mila abitanti nell’est del paese. I residenti sono sul piede di guerra da mesi, temendo che la fabbrica cinese provocherà enormi problemi ambientali. Ma il governo assicura che tutte le norme europee saranno rispettate.

Secondo Budapest, l’investimento cinese genererà valore per 2,2 miliardi, che equivale all’1,6% del Pil ungherese, senza considerare i proventi derivanti dalle tasse e i posti di lavoro creati.

Catl festeggia: «Espansione globale»

La fabbrica cinese di Debrecen, che diventerà la più grande d’Europa, realizzerà batterie elettriche per diverse case automobilistiche europee, tra le quali Mercedes-Benz, Bmw, Stellantis e Volkswagen.

La realizzazione dell’impianto, secondo il fondatore e presidente di Catl, Zeng Yuqun, «rappresenta un gigantesco salto in avanti per la nostra espansione globale». La fabbrica avrà una capacità di 100 GWh, poco più della metà della produzione annuale di Catl nel 2021 (170 GWh). L’obiettivo del colosso cinese è raggiungere una capacità di 670 GWh a livello globale entro il 2025.

La prima fabbrica in Germania

Catl ha aperto la sua prima fabbrica europea a gennaio in Germania, nella Turingia. L’impianto, sul quale la Cina ha investito 1,8 miliardi di euro, avrà una capacità iniziale di 8 GWh, con l’obiettivo di arrivare a 14 GWh.

Il colosso cinese ha anche raggiunto un accordo con Ford Motor, permettendo alla casa automobilistica statunitense di utilizzare la tecnologia cinese nella sua fabbrica da 3,5 miliardi in Michigan.

«L’Europa dipenderà esclusivamente dalla Cina»

L’espansione di Catl in Unione Europea conferma i timori dei critici della direttiva europea, attualmente bloccata in seno al Consiglio, secondo i quali il passaggio repentino alle auto elettriche metterà l’Europa in una posizione di forte dipendenza tecnologica da Pechino.

In un’intervista a Tempi Marco Bonometti, presidente di Omr, produttore leader a livello globale di componenti e soluzioni integrate per l’automotive, ha dichiarato:

«L’Europa si suicida se abbandona una tecnologia in cui è leader per adottarne un’altra di cui la Cina ha il monopolio». Pechino, proseguiva, «ha il monopolio sia delle materie prime necessarie alla tecnologia elettrica, sia della produzione di batterie. Così facendo l’Europa dipenderà esclusivamente dal mondo asiatico, che potrà conquistare il nostro mercato. Sarà la Cina a decidere quando consegnarci le batterie e a quale prezzo».

I costruttori europei volano negli Usa

È esattamente quello che sta accadendo. Mentre la Cina apre fabbriche in Europa, i costruttori europei volano negli Usa. Volkswagen, che investirà tra il 2023 e il 2027 ben 122 miliardi in “elettrificazione e digitalizzazione”, potrebbe costruire negli Stati Uniti (dove riceverà 9-10 miliardi di sussidi grazie all’Ira) e non in Europa un grande impianto per la produzione di batterie elettriche.

Lo stesso potrebbero fare molti altri produttori. Uno studio dell’associazione Transport & Environment prevede che se l’Ue non agirà a livello legislativo il 68 per cento della capacità produttiva di batterie stimata per i prossimi anni in Europa verrà trasferita negli Stati Uniti. È a rischio, in sostanza, la produzione di batterie per 18 milioni di auto elettriche.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.