Invidia

Non si può agitare il ragazzo perché ha preso la polmonite. In vista del Natale l’ho accompagnato a eliminare decine di vecchi giochi e regali. Al termine ha commentato: «Lascio una parte della mia infanzia». Per dagli futuro ci sediamo sul divano davanti alla tv: c’è Inter-Reggina. Subito gol, abbraccio e poi tutta la partita a soffrire. Che poi, a ben vedere, quello di imparare a soffrire è l’unico motivo per tifare l’Inter, si diventa uomini con la U maiuscola. Scorrono nel frattempo gli altri risultati e sconvolge quello di Roma: 1 2 3 4 5 6 7 gol, che invidia. È il tema del pomeriggio anche coi ragazzi venuti a far visita all’ammalato. «Che bello», «che culo», «non è possibile». Poi fine partita, i collegamenti dagli spogliatoi e la notizia vera del giorno (al diavolo pure Prodi e la sua Finanziaria schioppata): Spalletti va negli spogliatoi del Catania e chiede scusa dei troppi gol.
Ma come potrò mai educare mio figlio, che modelli potrò mai proporgli? Roba da matti, 7 a 0 e chiede scusa. È come se Bush acchiappasse Bin Laden e chiedesse scusa ai talebani, come se il Berlusca abbattesse Prodi in Senato e poi chiedesse scusa a Diliberto che rivendica ancora la bontà degli ottanta milioni di morti fatti da Stalin. È un mondo di merda, non ci resta che attendere che succeda qualcosa nel prossimo Natale. In effetti è la prima di Avvento.

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