Invidia

Dopo dieci anni Tony Blair ha rassegnato le dimissioni da capo del partito laburista e fra poco le rassegnerà da premier del governo inglese. Grande prova di dignità di un gran leader che ha segnato profondamente la politica mondiale di questo decennio e che sta attraversando il periodo di minor popolarità presso la sua gente, anche per via dell’impegno militare a fianco dell’alleato americano. Non sono mai stato laburista né ho condiviso l’intervento militare in Iraq, ma non si può negare la grande coerenza di questo statista, la sua capacità di innovazione nel difficile campo della politica, la forza con cui ha portato avanti le sue idee nuove e realiste sul terreno dell’educazione, diventando il primo vero leader moderno di questa vecchia Europa. Ancor più importante il fatto che Blair questa politica l’ha portata avanti da leader di forze di sinistra, fornendo un bell’esempio, peraltro poco seguito, ai capi di governo stranieri provenienti dalle file della sinistra. Ci dispiace che Blair lasci, ma anche questo è parte del gioco. Ci mancherà la sua franchezza orgogliosa della propria identità e non impaurita dal rischio personale e collettivo che la politica richiede. Speriamo che qualcuno continui, in Inghilterra e in Europa, una pratica politica degna del compito di crescita sociale e civile che solo uno sguardo realista sulla società può suggerire.

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