Jane Goodall nel Paradiso perduto degli scimpanzé assassini

L’Eden può tramutarsi istantaneamente in inferno? Era l’inizio di una guerra che sarebbe durata quattro anni

Le sue dita si allontanano dalla macchina da scrivere come piccoli soldati che battono in ritirata. L’anno 1974, quello del suo divorzio, quello, soprattutto, della terribile scoperta. Ricordo il cui pungiglione tormenta ancora dolorosamente la sua anima. Allora le sue dita si sollevano, si rifiutano di raccontarlo.

Si alza, va a contemplare la propria immagine riflessa al di sopra del lavandino. «Anche loro possono riconoscersi allo specchio», dice fra sé e sé. «Ma non scrivono le loro memorie. Vivono meglio di noi nell’istante presente». Le mèches bianche si moltiplicano nella sua lunga capigliatura. Tuttavia non si notano affatto: lei è di un biondo pallido naturale. I segni dell’età non si distinguono molto dal colore della sua giovinezza.

«Ho fatto bene a chiamarne uno Satana e un altro Godi? Era uno scherzo. Non c’erano fra loro anche Freud e Golia? Dopo tutto, mi chiamo Goodall – “va tutto bene” –, e cosa significa? Se Dio esist...

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