
Kabobo, per i giudici «emarginazione sociale aggravò la sua follia»
Seppur «tenuto conto della gravità della patologia accertata» su Adam Kabobo, il ghnaese che l’11 maggio di due anni fa uccise tre passanti a Milano a colpi di piccone, «dall’andamento complessivo della vicenda non emerge alcun profilo che possa essere valorizzato in vista della concessione delle attenuanti». Sono le parole usate dal giudice per l’udienza preliminare Manuela Scudieri nella moe motivazioni della condanna a vent’anni di carcere e 3 anni di casa di cura del ghanese.
EMARGINAZIONE CONCAUSA DELLA FOLLIA. Le motivazioni sono state depositate proprio oggi (il gup Scudieri aveva emesso la sentenza lo scorso 15 aprile). Nel ripercorrere quella tragica giornata in cui Kabobo, senza alcun motivo, uccise barbaramente Daniele Carella, 21 anni, Alessandro Carolé, 40, ed Ermanno Masini, il giudice ha evidenziato che «La condizione di emarginazione sociale e culturale dell’imputato è già stata infatti valutata, quale concausa della patologia mentale riscontrata, nel riconoscimento della seminfermità mentale».
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