L’estrema sinistra diserta la marcia contro l’antisemitismo in Francia

Jean-Luc Mélenchon, leader di Lfi, ha dichiarato che non parteciperà alla manifestazione indetta dai presidenti di Camera e Senato. È l'ennesima dimostrazione che oggi l'antisemitismo in Francia è veicolato da sinistra e fazioni islamiche

Il leader dell’estrema sinistra in Francia, Jean-Luc Mélenchon (Ansa)

Per quanto ci si giri intorno in Francia è sempre più evidente che la causa principale dell’antisemitismo nel paese non è più l’estrema destra, ma l’alleanza tra sinistra e fazioni islamiche, che oggi utilizza il paravento della causa palestinese per giustificare o chiudere un occhio nei confronti della riesplosione dell’odio verso gli ebrei.

La marcia contro l’antisemitismo in Francia

Le polemiche suscitate dalla marcia civica contro l’antisemitismo, indetta per domenica pomeriggio a Parigi dai presidenti di Senato e Assemblea Nazionale, confermano la tesi avanzata già da diversi studiosi e interpreti della società francese.

Pochi giorni fa Gérard Larcher e Yaël Braun-Pivet, rispettivamente presidenti di Senato e Assemblea Nazionale, hanno organizzato la manifestazione perché «la Repubblica è in pericolo: le sue stesse fondamenta sono sotto attacco ed è tempo di reagire». Dal 7 ottobre, giorno della strage di Hamas in Israele nella quale hanno trovato la morte anche 40 persone di nazionalità francese, più di mille attacchi antisemiti si sono verificati in Francia in un mese: quasi il triplo dell’intero 2022.

Per ribadire che «la Francia non accetta l’antisemitismo e la fatalità dell’odio», i due presidenti hanno indetto una «mobilitazione generale» civica e pacifica perché, «come scriveva Clemenceau difendendo Dreyfus: “La Francia non sarà più la Francia se si rifiuterà di ascoltarci”».

La polemica indebita su Marine Le Pen

All’appello ha subito aderito Marine Le Pen, creando non pochi malumori. La premier Elisabeth Borne ha ugualmente confermato la sua presenza, il presidente Emmanuel Macron tentenna, indeciso sul da farsi, mentre il portavoce del governo, Olivier Veran, ha dichiarato: «Il Rassemblement National non ha alcun posto in questa marcia».

L’esecutivo di Macron fa un grave errore a politicizzare la marcia, soprattutto il rifiuto della Le Pen è fuori luogo, nonostante lo scivolone di pochi giorni fa del presidente Jordan Bardella, secondo cui Jean-Marie Le Pen non va considerato un antisemita. Il padre di Marine, infatti, si è ripetutamente meritato questo appellativo, avendo definito più volte le camere a gas «un dettaglio della storia».

Ma proprio per questo andrebbe elogiata la figlia che ha avuto il coraggio di recidere il cordone ombelicale, invece che abbracciare o minimizzare le posizioni del padre. Prima di cambiare il nome del partito, da Front National a Rassemblement National, Marine aveva cacciato il padre dal partito, proibendogli di parlare a suo nome, dopo l’ennesima tirata antisemita. Di contro, il padre aveva ripudiato la figlia: «Non voglio che porti il mio nome».

Il vero problema in Francia è Mélenchon

La polemica sulla Le Pen è creata ad arte per nascondere il vero bubbone della politica francese: il leader di estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon, che martedì ha definito su X la marcia, annunciando che non parteciperà, «il raduno degli amici del sostegno incondizionato del massacro» dei palestinesi da parte di Israele.

Il leader de La France insoumise (Lfi) non ha mai condannato la strage di Hamas, facendo anzi intendere che in fondo Israele se l’era andata a cercare, e si è sempre rifiutato di definire i miliziani un gruppo terroristico.

La giustificazione del terrorismo di matrice islamica non piace né agli alleati di Mélenchon (i socialisti hanno sospeso la propria partecipazione alle riunioni della coalizione di sinistra Nupes), né ai francesi, né agli elettori di Lfi. La popolarità di Mélenchon è infatti crollata dal 29% al 15% e secondo un sondaggio dell’istituto Odoxa il politico è ormai «il personaggio pubblico più rigettato di Francia».

L’antisemitismo in Francia è cambiato

Come scrive in un editoriale sul Figaro il vicedirettore Yves Thréard, invece che inventare polemiche che non esistono su Marine Le Pen «gli indignati farebbero meglio a denunciare le scandalose dichiarazioni di Jean-Luc Mélenchon e dei suoi amici. Di carattere elettorale o meno, esse provano che l’antisemitismo ha cambiato parrocchia in Francia».

Come scritto dallo storico delle idee Pierre-André Taguieff, «dal 2003, tutti coloro che in Francia hanno assassinato degli ebrei perché ebrei lo hanno fatto in nome dell’islam». E la sinistra francese finge di non vedere questa situazione.

Domenica la manifestazione contro l’antisemitismo si farà, ma contrariamente a quanto desiderato dai presidenti di Senato e Camera, non sarà una marcia di unità nazionale.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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