Lo spostamento a destra di tanti paesi membri come l'Olanda che sfugge ai commentatori, l'importanza del premierato e della separazione delle carriere. Rassegna ragionata dal web
Il premier italiano Giorgia Meloni incontra il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen (Ansa)
Su Huffington post.it Angela Mauro scrive: «Due mesi fa, diverse fonti di Renew Europe a Bruxelles ci avevano anticipato che "a maggio" i liberali olandesi avrebbero dato il via libera ad un’alleanza di governo con il nazionalista più vituperato d’Europa, Geert Wilders, stella del sovranismo del continente, islamofobo e scatenato contro i migranti, eppure arrivato primo alle elezioni di novembre. Ebbene, ci siamo. Quello in corso è il weekend decisivo delle trattative tra i quattro partiti che da sei mesi stanno cercando di partorire il nuovo esecutivo in Olanda: i liberali del Partito per la libertà, il Movimento degli agricoltori e dei cittadini, i centristi del Nuovo contratto sociale e il Vvd di Wilders».
A molti commentatori di "cose europee" sfugge lo spostamento a destra di tanti governi degli stati dell’Unione.
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Su Strisciarossa Paolo Soldini scrive: «Ma torniamo ai rapporti con Giorgia Meloni. Come si spiega l’evidente gelata che vi è scesa sopra? Azzardiamo qualche ipote...