L'ottusità degli antimeloniani che non capiscono perché gli investitori si fidino ancora dell'Italia, l'importanza di una Banca d'Italia europeista ma non subalterna a Bruxelles, il sogno di una Confindustria che curi i nostri interessi. Rassegna ragionata dal web
Giorgia Meloni insieme alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen (Ansa)
Su Startmag Giuseppe Liturri scrive: «Gli investitori accorrono perché hanno già valutato positivamente le prospettive, in termini di rischio-rendimento, e ritengono che il sentiero di deficit e debito già disegnato dal governo (che non lo riduce significativamente) non sia un ostacolo. Anzi, comprano titoli nonostante il debito/Pil resterà inchiodato intorno al 139/140% nei prossimi anni. A chi osserva – con una visione monoculare – solo il debito, va fatto notare che il debito pubblico è anche e soprattutto la contropartita del risparmio privato. E quest’ultimo esiste perché il settore pubblico registra un deficit. Le due cose si tengono. E si tengono bene, soprattutto quando il risparmiatore privato riceve un rendimento reale positivo e il debitore pubblico si regge su un’economia in crescita che genera entrate più che sufficienti per onorare il servizio di quel debito».
Gli antimeloniani, sia quelli isterici Torino-centrici sia quelli caciaroni romaneschi, non si capacitano perché ...