
«La crisi umanitaria in Ucraina è già gravissima»

La guerra in Ucraina è solo al terzo giorno, ma «la crisi umanitaria è già gravissima», dichiara a Tempi Tetiana Stawntchy, responsabile di Caritas Ucraina. «Ci prepariamo da mesi alla possibilità di un’invasione e il principale problema ora è trovare un posto per i rifugiati e gli sfollati: gli ucraini stanno scappando in massa dalle zone più colpite».
L’esodo degli ucraini
Migliaia di persone stanno lasciando le città più bersagliate dall’esercito russo, «ma le strade sono intasate. Per percorrere un tragitto che normalmente richiede cinque ore di auto, ora ce ne vogliono anche venti», continua Stawntchy. Gli spostamenti principali sono «dalle città della parte orientale del paese verso quelle del centro dell’Ucraina e soprattutto dalla capitale Kiev verso la parte occidentale».
La Caritas sta ancora monitorando la situazione e non esistono numeri e statistiche esatti su quanta gente sta fuggendo. I 37 centri operativi della Caritas in tutto il paese si stanno appoggiando alle agenzie governative locali per trovare appartamenti ed edifici dove accogliere i rifugiati.
«Mi stupisce la solidarietà della gente»
In particolare, spiega Stawntchy, «ci stiamo adoperando per fornire materassi, coperte, pasti caldi e beni di prima necessità per le famiglie». A stupire la direttrice è soprattutto la solidarietà della gente: «Tutti coloro che possono accolgono in casa propria le famiglie che scappano. Gli ucraini stanno dimostrando un incredibile senso di solidarietà».
Caritas Ucraina sta ricevendo inoltre «l’aiuto delle filiali di tutto il mondo. Noi siamo molto in contatto con la Caritas italiana. Chi vuole aiutarci, per il momento, può donare a loro».
«La crisi in Ucraina è già gravissima»
Stawntchy parla velocemente, ha fretta, la mole di aiuti da fornire alla popolazione è grande e le condizioni sono terribili: «Non so come spiegare la situazione in cui ci troviamo», afferma. «Viviamo in una situazione di stress enorme. Siamo tutti preoccupati e a più livelli: penso alla sicurezza dei colleghi, degli amici, dei familiari ma anche delle persone che non conosco. Nel frattempo ognuno deve prendersi cura di se stesso, le sirene che avvertono del pericolo di raid aerei suonano in continuazione e viviamo entrando e uscendo dai rifugi antiaerei».
I responsabili del governo russo ripetono che l’esercito sta bombardando soltanto gli obiettivi militari, ma la situazione sul terreno è diversa: «Forse il primo giorno è stato così. Ma ora abbiamo la sensazione che le cose stiano cambiando. I soldati sono vicini ai centri abitati, so che è stato bombardato un ospedale. Ma non posso parlare per tutto il paese. Posso però dire che la crisi umanitaria è già gravissima e che abbiamo bisogno di aiuto. E siamo solo al secondo giorno».
Foto Ansa
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!