
La donna di Reshoty
Novosibirsk, capoluogo della Russia asiatica. Un’immensa regione punteggiata di villaggi, venuti su come funghi da che, nel 1941, il regime comunista abolì la Repubblica dei Tedeschi del Volga e deportò l’intera popolazione in Siberia. Uomini, donne e bambini, ammucchiati a centinaia di migliaia in vagoni ferroviari e abbandonati in una delle regioni più fredde e ostili del pianeta. Dal 1994 don Francesco Bertolina, sacerdote della Fraternità san Carlo, visita questi villaggi, distanti da Novosibirsk anche 800 chilometri. Ore di macchina su strade ghiacciate per incontrare anche solo una famiglia. Nel paesino di Reshoty una donna gli raccontò l’occasione in cui passò di lì l’ultimo sacerdote, un tedesco. Era il 1968, il fidanzato di lei non era al villaggio e allora i due non si poterono sposare. Il matrimonio è stato celebrato da don Francesco 26anni dopo. Il viaggio di nozze? Il ritorno dalla chiesa a casa, il sacerdote si offrì di accompagnarli in auto, ma la coppia preferì andare a piedi, perché “così – disse la donna – il viaggio è più lungo!”
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