
La fecondazione eterologa e la necessità di un rinnovato impegno perché la persona non sia ridotta a “cosa”
Pubblichiamo l’intervento dell’arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi, Presidente dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, sulla questione della fecondazione eterologa dopo la sentenza della Corte costituzionale in materia.
La sentenza con cui la Corte costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità del divieto della fecondazione eterologa previsto dalla legge 40 e la relativa motivazione ci pongono davanti ad uno scenario nuovo e preoccupante.
Gli elementi di novità sono due: la praticabilità della fecondazione eterologa in un contesto di assenza di limiti legislativi di sorta e l’enunciazione, nella sentenza della Consulta, di un “diritto al figlio”.
Il primo di questi due elementi apre la possibilità di un selvaggio mercato dell’eterologa nel quale vengono meno fondamentali valori legati alla persona umana, alla procreazione e alla famiglia. In una situazione di liberalizzazione della fecondazione eterologa si aprirebbe al mercato senza limiti dei gameti, alla fecondazione incontrollata da parte di ogni tipo di coppia, all’utero in affitto, alle “famiglie” plurigenitoriali o monogenitoriali, alla tecnicizzazione assoluta della procreazione, alla fine dei legami familiari come li abbiamo conosciuti per qualcosa di terrificante che ancora si fa fatica ad immaginare, all’aumento esponenziale della distruzione degli embrioni umani, all’incremento degli interventi eugenetici. In poche parole, un quadro che atterrisce e che, nonostante venga presentato da molti come un quadro di libertà, si presterà alla pianificazione della vita da parte dei centri di potere.
Il secondo elemento di novità – il “diritto al figlio” – rompe con la visione della persona umana come avente in sé una propria dignità. Si possono vantare diritti sulle cose, non sulle persone. La persona è un fine in sé e non può cadere sotto la proprietà di nessuno, come capiterebbe invece se il “diritto al figlio” diventasse patrimonio culturale condiviso e fosse addirittura completato da una legislazione conseguente. Principi simili erano finora stati teorizzati solo da regimi totalitari. Con il principio del “diritto al figlio” l’uomo si sentirà autorizzato a completare la manipolazione della vita e dell’essere umano già in fase avanzata di realizzazione.
Le due novità che ho evidenziato sono alla base di una ri-creazione dell’identità umana e delle relazioni umane fondamentali, quali la riproduzione, il matrimonio, la famiglia, le relazioni tra figli e genitori. Stupisce molto, quindi, che pochi sentano la gravità del momento, che il governo italiano non si sia adeguatamente espresso, che le forze politiche evitino di affrontarlo come si richiederebbe davanti a questi fenomeni disorientanti.
Bisogna fare una riflessione molto seria su questo sconcertante panorama e trovare una linea di condotta sia per quanto riguarda l’approccio culturale sia per quanto riguarda le iniziative pratiche e politiche da portare avanti.
La prima cosa da capire fino in fondo tutti insieme è che sul piano culturale va combattuto questo processo di eliminazione della natura e della natura umana. Esso sta travolgendo l’uomo, riducendolo ad un allegato della storia, ad un fenomeno della prassi delle strutture sociali, un elemento riplasmabile a piacere di una catena smontabile e rimontabile. In questo modo, però, perdendo la sua signoria sulla storia, l’uomo diventa strumento del potere, anche in contesti democratici che, così facendo, esprimono la loro caratteristiche di democrazie totalitarie.
Va ripresa una riflessione di filosofia e teologia della storia per capire cosa induca il processo di secolarizzazione a non fermarsi mai e ad eliminare, dopo Dio e tutti i suoi surrogati laici, ogni residuo naturale che preceda l’agire umano per normarlo in modo non solo opinabile. Questi esiti radicali ed imprevisti della secolarizzazione moderna rimettono in questione la visione della secolarizzazione come finora è stata sviluppata anche in ambito cattolico.
Il carattere totalitario del quadro che si profila pone tutti gli uomini che amano la verità davanti al dovere di fare obiezione di coscienza rispetto ai tanti fenomeni di violenza a cui la fecondazione eterologa aprirebbe la strada. Serve una grande mobilitazione delle forze del bene.
L’opposizione culturale alla fecondazione sia omologa che eterologa, la proposta di una visione bella e libera della sessualità, della vita coniugale, della famiglia naturale, di un modo umano di amarsi, di accogliere la vita e provvedere ad essa, di educare i figli per introdurli nel mondo consapevoli della loro dignità, devono diventare di massa. Il no all’eterologa deve continuare anche dopo la sentenza della Corte costituzionale, sia perché il “diritto al figlio” non rispetta la visione antropologica del testo costituzionale stesso, sia perché, in ogni caso, sopra la Costituzione, ci sono le realtà della persona e della famiglia nella loro indisponibilità.
Alla lotta culturale deve aggiungersi un forte impegno collettivo, da parte di singoli e gruppi associati, da condursi nella società: nella scuola, nelle strutture sanitarie, nelle amministrazioni locali.
A questi due livelli d’impegno, deve aggiungersi quello strettamente politico e legislativo, sia nei consigli comunali e regionali, sia soprattutto nel Parlamento nazionale. Governo e Parlamento devono prendere in mano l’intera questione della fecondazione eterologa dopo la sentenza della Corte costituzionale, come si evince, tra l’altro, da alcuni passaggi della stessa motivazione della Corte e da alcuni obblighi che derivano dall’Unione europea. Se l’obiettivo finale di tale impegno deve essere il divieto legislativo di ogni tipo di fecondazione artificiale, sia omologa che eterologa, a fronte della situazione venutasi a creare è opportuno far tesoro di quanto insegnato dall’enciclica Evangelium vitae di San Giovanni Paolo II, che giustifica le iniziative intraprese per ridurre gli effetti negativi sul piano pratico. Come afferma il paragrafo 73 dell’enciclica, infatti, quando sia pubblicamente nota l’opposizione del parlamentare ad una legge, sia nel suo spirito che nella sua lettera, e garantito l’impegno personale a lottare contro i suoi presupposti culturali e i sui contenuti materiali, egli può dare il suo assenso ad una legge che, pur non essendo soddisfacente in quanto ancora impregnata di elementi eticamente non giustificabili, riduca gli effetti negativi di una legge precedente. Questo è il contesto dottrinale e pratico che motiva in questo momento un impegno in Parlamento contro la fecondazione eterologa anche nella forma di approvazione di leggi che ne riducano sul piano pratico gli effetti negativi. Nonostante le diversità culturali delle forze politiche e nonostante molte di esse abbiano espresso una posizione consenziente rispetto ad alcuni aspetti della deriva in atto, è possibile ed auspicabile, con la buona volontà di tutti e con l’uso del buon senso, intervenire con una legislazione correttiva e di contenimento, in attesa che l’impegno generale per una rinnovata responsabilità politica renda possibile in futuro una legge giusta in materia e senza minimamente diminuire – anzi! – l’impegno nel Paese perché questo avvenga.
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Guarda che quella che dice tutti viviamo nella disperazione sei tu Giovanna. Sei tu quella che con molto livore gridi all’assassinio degli embrioni, che giudichi il sesso non santificato dal matrimonio una cosa schifosa. Ora vedi tu chi è più frustrata e acida di noi che perlomeno cerchiamo di cogliere quello che di buono la vita è in grado di offrire se non fosse per i vostri anatemi che cercano di impedire i diritti civili in uno stato laico.
Aggiungo che a questo punto non ti resta che seguire l’esempio del tuo politico di riferimento la signora Binetti e metterti il cilicio.
Te allora segui l’esempio del signor Vladimiro Guadagno e vestiti da donna.
Eh certo, sei tu che “cogli il buono dalla vita”, mentre noi che i nostri figli ce li abbracciamo e ce li baciamo, invece di farli finire tra i rifiuti speciali ospedalieri, viviamo nel livore…
Ah, ah, ah!
Pensa che umanità, caro Gianni- Filomena, non capire il dolore di Ale ! Certo, chi è centrato solo ed esclusivamente sul proprio ombelico, non tollera che altri soffrano e cerchino un conforto.
Tu sei finta come un soldo bucato, ma Ale è vera, Ale ha un problema grosso come una casa.
E se uno è vero, dato che tutti abbiamo il nostro carico di sofferenza ( a parte te, naturalmente, che essendo finta non hai mezzo problema nella vita, che quello di sparare giudizi a vanvera ) , può capitare che si solidarizzi con la sofferenza gridata di qualche persona e scappi di aiutarla, condividendo la propria esperienza.
( tra l’altro non mi sembra di aver mai affermato le cose che mi attribuisci, nel modo che mi attribuisci, dato che non credo che si possa chiamare livore, studia Italiano oltre a Scienze , il dolore per i figli uccisi e le mamme che nessuno ha aiutato, e ho parlato di schifo solo in riferimento alla pedofilia e alla promiscuità sbandierata da tanti : più vai avanti e più esce la lesbica-femminista- macchinetta-pappagallo-frasi fatte che sei )
Cosa volete fare andare nei Centri di PMA delle ASL per sbeffeggiate chi si rivolge a tali centri? Invocare “iniziative singole e collettive ” in questo tempo di pazzi fanatici può essere pericoloso. Decisamente mi sembrate sempre di più dei fanatici ed un arcivescovo che si pronuncia anche contro la PMA omologa, segna veramente il passo. Vergognatevi. Conosco tanti bambini nati da PMA omologa che voi con tali azioni andate DISCRIMINANDO. Siete superbi e boriosi e vi arrogate il diritto di parlare in nome di Dio. Lo Stato Italiano non è la Chiesa Cattolica. Io non ci metto più piede nelle vostre chiese ma voi non vi dovete permettere di intromettervi nella vita dei cittadini italiani.
Scusa, e perché non si potrebbe dire la propria posizione e far di tutto, nel lecito e con rispetto, per convincere chiunque ?
Oggi il matrimonio omosessuale non è legge dello stato eppure si sta usando ogni mezzo, anche non lecito, per cambiare la legge. Le leggi le fanno gli uomini, quindi cambiano.
O forse ci sono cittadini più uguali degli altri , che possono impedire ad altri cittadini come loro di aprire bocca ?
Comunque, dato che l’opinione corrente sulla manipolazione della vita umana è molto più vicina alla tua opinione che a quella dei cattolici, non vedo perché ti scaldi tanto: forse qualche dubbio ce l’hai anche tu.
Di sicuro non sei felice, almeno non appari felice per la rabbia e la frustrazione che comunichi, ma non per il motivo che credi tu.
Prova a portare l’umiliazione che senti davanti a Dio : ti aiuterà.
Scusa se mi sono permessa, ma ogni tuo intervento è un grido e non riesco a rimanere indifferente ad un grido: se non ti piace la mia risposta, pazienza. Scusami ancora.
La fecondazione omologa o eterologa producono aborti anche se non è scritto nella legge 40. Dal punto di vista della morale cattolica sono illecite perchè come nella contracceziona l’atto unitivo è disgiunto da quello precreativo.
Il problema è che la morale cattolica riguarda solo uno sparuto gruppetto di oltranzisti. Le leggi dello Stato riguardano tutti.
Se la morale cattolica riguardasse “uno sparuto gruppetto di oltranzisti” tu e i tuoi alter ego non sareste sul questo sito a menarcela h24.
Basta che non vi venga in mente di “fare azioni individuali o collettive presso strutture sanitarie, scuole e amministrazioni locali” come dice questo benemerito arcivescovo. Lo Stato e’ Laico e la chiesa cattolica deve smetterla di dare i propri diktat ad uno stato LAICO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Viveteli i dogmi senza imporlo ad altri. Dire che chi si rivolge a questi centri per fare PMA omologa Ammazza Bambini e’ aberrante.
Dire la verità non è aberrante, è aberrante ammazzare i bambini.
La legna la porti tu e il fuoco chi lo appicca sul rogo delle streghe ..le sentinelle? Mentre l’arcivescovo condanna alla pena capitale..pensavo che il medioevo fosse nei libri di storia. Sei uno spettacolo Stoppani . Dunque Voi fate le Leggi e noi le dobbiamo rispettare. Alla faccia della libertà. Fate ridere tanto siete ridicoli. Lo dirò alla mia amica incinta grazie alla PMA omologa che forse non potrà battezzare il figlio perché per fare la PMA in laboratorio sono stati Uccisi tanti Bimbi. Ma lo sai o no che questo accade anche Naturalmente nel ventre e nel pannolino di ogni donna ?! C’è sempre qualche blastocisti che non riesce ad impiantarsi, anche naturalmente, cosa “CAPPERO”, uso i tuoi termini , cambia se invece che nel ventre avviene in laboratorio..”acciripicchiolina” ?!
Il fatto che nella fecondazione artificiali si perdano delle vite umane, uniche ed irripetibili, che si sono appena affacciate alla vita ( non saranno carote o sassi, vero? ) , è un dogma scientifico, mica religioso !
D’altra parte io capisco anche la disperazione di chi è convinto che il suo valore dipenda dal soddisfare i suoi desideri a qualunque costo, quindi se non vuole i figli , li deve poter uccidere in grembo, se li vuole e non arrivano deve aver diritto a poter manipolare la vita umana in tutti i modi, e guai a chi fiata, se non è abbastanza ricco, magro, in carriera, giovane, in salute, alla moda ecc ecc non vale un tubo.
Invece il nostro valore non ce lo diamo noi, non ce lo danno le circostanze, più o meno drammatiche o tragiche, dato che tutti dobbiamo morire.
Il nostro valore è nel fatto che non ci siamo fatti da soli e perciò dipendiamo, volenti o nolenti.
Nolenti, viviamo nella disperazione, tutti.
Ma non bisogna mai perdere la speranza che arrivi il bel giorno in cui si chiarisce una strada.
Suggerisco umilmente di continuare a leggere gli articoli di Tempi, non solo quelli sull’eterologa: c’è la possibilità che l’imprevisto si affacci e la vita sia più lieve.
Mi dispiace ma oggettivamente una parte rilevante dell’astensione era dovuta al fatto che l’argomento trattato riguardava una minoranza di persone (per fortuna) oltre ad essere piuttosto complicato da comprendere. Sicuramente era molto più facile disinteressarsene e andare al mare. Diverso é stato per esempio per i referendum sull’aborto o sul divorzio che coinvolgevano la vita quotidiana di molte persone oltre ad essere argomenti molto, ma molto ben conosciuti. Questo ha fatto la differenza perché ogni donna si é posta il problema almeno una volta nella vita di aver “paura” si essere rimasta incinta e il divorzio ha dato risposta a tanti italiani che lo attendevano da tempo. Il problema invece della sterilità é un problema che é emerso e diventato rilevante molto più di recente, sia pure per una fetta minoritaria di popolazione, alla quale però credo sia giusto dare risposta.
Considerazioni apodittiche senza altro fondamento se non la tua solita spocchia.
I referendum su aborto e divorzio furono fatti in un clima politico differente, in cui il comunismo sembrava un’alternativa seria e le brigate rosse rapivano e ammazzavano il presidente del consiglio.
Le motivazioni dell’astensione cattolica te le hanno spiegate dovutamente.
Al problema della sterilità è giusto dare risposta ma senza ammazzare i bambini.
I bambini vengono ammazzati solo nella tua testa. Di fatto aborto e soprattutto divorzio sono problemi che coinvolgono direttamente o indirettamente la maggioranza dei cittadini oggi non in Italia non nei regimi dell’ex unione sovietica. Tant’è che si sta discutendo in Parlamento di divorzio breve perché ormai siamo tra i pochi Paesi dove uno deve aspettare un’eternità per chiudere definitivamente un rapporto.
1) Se uno va in clinica per abortire ci va per non avere un bambino e dunque è un bambino che viene ammazzato, quindi la mia testa non c’entra niente, ma la tua ipocrisia del cappero sì.
2) Che ai tempi dei referendum aborto e divorzio riguardassero la maggioranza dei cittadini è una tua affermazione completamente priva di fondamento e pertanto te la puoi pure stioccare dove non batte il sole.
3) Di quello che si discute oggi in parlamento negli anni settanta non se ne sapeva una cippa.
Ti ripeto, negli anni settanta si era in piena guerra fredda, e in italia la politica era altamente ideologizzata e militante. Sicché per l’esito dei referendum le indicazioni dei partiti pesavano come macigni. Oggigiorno delle indicazioni di voto del PD o di Forza Italia la gente in larga parte se ne impipa e se vuole va al mare.
Cosa volete fare con ” l’invito dell’arcivescovo ad Azioni Individuali e Collettive presso Strutture Sanitarie” ? Andrete fuori dai Centri PMA delle ASL per fare sbeffeggiate gli egoisti, assassini che ci vanno?! Mi raccomando usate il termine Assassini interfaggiandovi con loro visto che affermate, sempre più convinti, che chi ha problemi di fertilità e si rivolge a questi centri, anche per la PMA omologa, Ammazzi i bambini. E non raccontate le vostre storielle “anche a me l’avevano consigliata e poi invece i figli sono arrivati naturalmente..” perché per chi va li e’ solo l’ennesimo schiaffo di gente che egoisticamente vuole imporre il proprio modo di vivere agli altri. Se i figli fossero venuti facendo tanto bel sesso non sarebbero andati li. Siamo usciti di chiesa, lasciandola a voi unici degni, ma non avete il diritto di interferire con le scelte di uno Stato che è e deve essere laico. I vostri dogmi viveteveli su voi non imponeteli ad altri. Così discriminate anche i bambini nati da PMA omologa e non avete questo diritto.
1) A “sbeffeggiare” la gente ci vanno gli attivisti gay, i cristiani al massimo pregano in pubblico per i bambini e chi li ammazza credendo di esercitare un “diritto”.
2) La tecnica attuale della fecondazione in vitro comporta la soppressione o il congelamento di un numero più o meno rilevante di embrioni.
3) Corrisponde alla sacrosanta verità il fatto che la procreazione medicalmente assistita sia una soluzione che viene allegramente prospettata praticamente a tutte le coppie di cui anche solo si sospettano problemi di sterilità (ad esempio per motivi anagrafici), ciò per due motivi: il primo è che con la fecondazione artificiale si fanno più quattrini che a prescrivere un ciclo di pillole ormonali, il secondo è che la fecondazione artificiale ha un iter lungo e complesso di per sé e i risultati tardano a venire.
4) Per me tu puoi non andare a messa, non accedere ai sacramenti e non pregare per tutta la tua esistenza, ma se credi che io me ne stia zitto mentre tu fai frullare i tuoi figli ti sbagli di grosso.
Rimane il fatto che avete approfittato di chi era indifferente al problema per far prevalere la vostra tesi e questa é disonestà intellettuale perché non potete sostenere che quella percentuale di astensione maggioritaria rifletta quanto sostenuto dalle gerarchie vaticane e dunque é per questo che poi a livello culturale la legge non é stata accettata e ci sono stati tutti quei ricorsi.
Non se ne sarà parlato tanto su Repubblica e Corriere , ma ricordo benissimo che all’epoca del referendum sono stati organizzati sul campo centinaia di dibattiti sul tema della fecondazione, con una partecipazione tanto massiccia quanto ignorata dai media, ed io ho stessa ho partecipato attivamente alla campagna per l’astensione, dandone le ragioni.
Ricordo in particolare la mamma di un ragazzo con un problema genetico che , compreso dove si andava a parare col referendum, cambiò idea e se ne andò al mare.
Voglio dire, un conto è che vanity fair sia pieno delle esternazioni di Monica Bellucci, ma poi una mamma, davanti al figlio in carne e ossa, con le giuste informazioni, capisce.
Quella mamma ha capito che votando al referendum, i figli come suo figlio, la gioia della sua vita, sarebbero stati eliminati appena si affacciavano alla vita.
Non scordiamo, poi, che in nessun altro referendum c’è stata una percentuale così massiccia di astensione, qualcosa vorrà pur dire.
Questo è proprio un bell’articolo!
Non condivido quasi nulla, e le cose su cui sono d’accordo in termini di analisi mi portano a conclusioni opposte da quelle auspicate dall’arcivescovo.
Però il modo di argomentare è quello giusto, con il quale ci si può confrontare ed anche scontrare senza isterismi.
Mi piace particolarmente l’onestà nell’ammettere che la posizione di fondo è contro qualsiasi tipo di fecondazione artificiale: non sono d’accordo, ma ammiro la chiarezza.
Nel merito mi permetto solo di dire – riferendomi alla parte finale dell’articolo – che se in occasione del referendum sulla legge 40 la chiesa italiana avesse fatto una battaglia sui contenuti e non una manovra furbetta e vigliacca, avrebbe forse (in caso di vittoria) costituito una difesa “forte” della legge 40, che invece con il fallimento del referendum è rimasta, giustamente!, esposta non solo tecnicamente ma anche culturalmente e politicamente a tutti i ricorsi che si stanno via via rivelando vincenti.
1) Scegliere l’astensione in un referendum abrogativo non ha assolutamente nulla di furbetto o vigliacco, visto che per tale tipo di referendum è previsto un quorum.
2) Anche se tu lo scopri adesso (non è mai troppo tardi!) la Chiesa è contraria a ogni tipo di fecondazione artificiale, ne deriva che la scelta dell’astensione era l’unica razionale da fare (anche se essere razionali per qualcuno non proprio in buona fede significa farei i furbetti e i vigliacchi), visto non poteva votare “no” dimostrando di essere a favore di una legge che la consente anche se a certe condizioni, e non poteva votare “sì” perché così facendo sarebbe stato abolito pure il tentativo compromissorio di regolamentare il fenomeno.
3) Spero che a suo tempo tu abbia definita “furbetta” e “vigliacca” pure l’astensione promossa da Fassino quando era segretario dei DS riguardo al referendum sull’articolo 18.
Si, certo.
Io le battaglie politiche la faccio a viso aperto; non con gli indifferenti, i residenti all’estero, i morti non cancellati dalle liste elettorali, quelli che tanto è tutto uguale, i malati che non si recano alle urne, quelli che vanno al mare…
Comunque non cambia la considerazione di fondo: la difesa della legge attraverso l’astensione si è rivelata fragile, mentre a mio avviso la conferma della stessa attraverso referendum (vedi divorzio ed aborto quando la chiesa fece sentire chiara e forte la sua voce, con dignità civile e politica in una battaglia di idee e di valori) l’avrebbe non blindata tecnicamente, ma certo resa molto più difficilmente attaccabile.
La “considerazione di fondo” è semplicemente senza senso dal momento che lor signori, quando vogliono, della volontà popolare se ne sbattono altamente, visto che, ad esempio, nel 1987 si è svolto un referendum sulla responsabilità civile dei magistrati, e nonostante abbia stravinto il “sì”, della responsabilità civile non se ne vede ancora l’ombra. Stesso discorso per il finanziamento pubblico dei partiti ecc. Dietro la fecondazione artificiale ci sono interessi miliardari rispetto alla forza dei quali la tua distinzione tra voto e astensione non conta un beneamato piffero, oltre naturalmente a rimanere immotivata sul piano costituzionale,
In effetti non sono tanti i referendum davvero “rispettati”. Anche l’ultimo sui beni comuni ed in particolare sull’acqua è poco attuato e rischia di essere bypassato dall’accordo TTIP che destra e sedicente centrosinistra stanno accuratamente tenendo nel silenzio.
E’ però certo che temi come quelli bioetici e in generale di “civiltà” hanno un impatto culturale e politico ben diverso dalla difesa del finanziamento da parte dei partiti, tema comunque con implicazioni assai meno banali di quanto non si semplifichi normalmente in termini di “casta”.
Credo che i temi bioetici meritino una attenzione ed una trattazione serie, così come una azione politica lungimirante in una discussione aperta e sincera (da qui l’accusa di vigliaccheria e furbizia di bassa lega) esattamente nei termini che l’articolo dell’arcivescovo sviluppa. Comunque la si pensi non ce la si può cavare in termini conservativi e, appunto, furbetti; ne cercando di allargare il pertugio poco alla volta ne mettendo paletti mal piantati che saltano alla prima spinta.
Il punto politico rimane secondo me valido. Il fatto che la legge 40 non sia stata ne abrogata ne confermata dal referendum, la ha lasciata non solo nella lettera ma anche nello “status” precedente e quindi, come ogni altra legge, assolutamente soggetta a tutti i ricorsi immaginabili da parte di portatori di interessi differenti. E’ anche chiaro, sempre secondo me, che i prossimi interventi sul tema – tramite riscrittura degli applicativi o forse meglio con una nuova legge – non potranno non tener conto delle sentenze, ed in particolare di quella della Corte Costituzionale, salvo produrre ancor maggior confusione ed allargare il contenzioso. Bisognerà al contrario costruire un contesto normativo che metta i singoli ed il personale sanitario in condizione di scegliere ed operare in un quadro di maggior certezza possibile.
Mi pareva di averti già spiegato, se non sbaglio, che la scelta dell’astensione è stata una conseguenza logica delle arcinote (almeno a noi fedeli) indicazioni della Chiesa in tema di procreazione assistita, e non una strategia per non far passare il referendum.
Se fosse per la Chiesa, la fecondazione artificiale sarebbe vietata in toto.
Si Giannino, anche se penso diverso da te non è che sono sono proprio gnucco!
Le indicazioni e le ragioni profonde della Chiesa le conosco molto bene – ti prego di credermi: le conosco molto e da molto tempo (e forse non puoi neanche immaginare quanto) – ma non la Chiesa, bensì la chiesa cattolica italiana ed il suo clero e i movimenti che io dico fondamentalisti ed in alcuni casi fanatici, hanno proprio sbagliato tutto,
In questa discussione, ed in altre analoghe, si dovrebbe tener ben distinti il piano delle convinzioni e della (sempre presunta) Verità o verità, dal piano delle regole della comunità civile la quale, piaccia o non piaccia, è un po’ più vasta di quella dei seguaci di una confessione, e figuriamoci di uno specifico gruppetto di coloro che si riconoscono in tale fede. Non tener conto di questo fatto (ed invece il vescovo ne tiene intelligentemente assai conto) significa condannarsi ad una logica minoritaria e puramente testimoniale.
“se fosse per la Chiesa”… non funziona così! non funziona così da tempo!!! Sono quelli di boko aram che ragionano così. Noi no.
Sono i talebani che distruggono le statue di buddha che credono che tirando giù le pietre salveranno i poveri ignoranti e verranno ripagati da dio in paradiso. Noi no.
Sono gli stalin e i polpot che sanno tutto e solo loro, e a morte tutti gli altri. Noi no.
Abbiamo smesso da tempo, tutti noi, di fare crociate e roghi. E questo è un bene; se si pensa che sia un male lo si dica chiaramente.
Gesù Cristo ha dato un solo comandamento, non ha costruito una gabbietta di certezze per psicolabili! E lo han ben compreso il nostro attuale Papa (anche i precedenti in realtà, ma questo non lascia spazi di dubbio).
Può essere che Dio abbia creato il mondo, ma certo le regole della vita nel mondo non le fa la Chiesa… anche ammesso, ma certo non concesso, che essa sia l’unica e sicura interprete e depositaria di Dio; ammesso, ma certo non concesso, che Dio voglia tutti gli umani uguali e tranquillamente dediti alle indicazioni del papa e del clero di turno; ammesso, ma certo non concesso, che la misura dei presunti interpreti del vero sia quella di Dio.
La complessità del mondo è un fatto (per me benedetto, nel senso di per fortuna che è così, non nel senso che c’è qualcuno che va in giro a benedire).
Bisogna fare i conti con la realtà! Basta pensare di imporre visioni, di giudicare tutto e tutti sempre e solo da un solo punto di vista. Bisogna essere più umili e più tranquilli, avere maggiore fiducia negli umani e nella vita, vivere ed esprimere un po’ di allegria e non sempre e solo psicosi da accerchiamento lobbysta.
Il mondo va avanti, anche senza di te, anche senza di me. Conviene farsene una ragione e contribuire a costruire il futuro e non rinchiudersi nel rancore e nella paura.
Figuriamoci se uno a quest’ora ha voglia di leggere tutta la tua inconcludente concione.
Prendo arbitrariamente dal minestrone le ultime tre righe:
“Il mondo va avanti, anche senza di te, anche senza di me. Conviene farsene una ragione e contribuire a costruire il futuro e non rinchiudersi nel rancore e nella paura.”
Con l’augurio che tu riesca ad applicarle a te stesso e alla tua ostilità anticattolica.
lucillo, ti piacciono sempre i cattolici BRILLANTEMENTE PERDENTI ( aborto , divorzio) . anche dalle mie parti c’è un cattolico molto influente nei mezzi di stampa che diede dello struzzo a ruini nel caso del referendum sulla legge 40. e ancora adesso pontifica su vari bollettini catto-comunisti.
Mi piacciono i cittadini, cattolici e non, coraggiosi, leali ed onesti.
Non mi piacciono quelli furbetti, vigliacchi e che si comportano con disonestà civile e politica.
Non so dove abiti e non mi interessa, ma è vero che ruini scelse la linea dello struzzo costruendo il punto più basso della storia del cattolicesimo politico in italia: precisa responsabilità sua e di tutti quelli che gli sono andati dietro, destinata a pesare a lungo contribuendo alla marginalizzazione dei cattolici organizzati dalla coscienza civile del paese, cosa della quale per altro sono contento.
Ha già scritto bene Beppe, il punto è che a te i cattolici piacciono perdenti e quando ve le suonano, come nel caso del referendum che tanto ti è restato sul piloro, lanci invettive motivate solo dal tuo astio.
Anche a costo di fare la figura del perfetto somaro che ignora che l’astensione nel referendum è un’opzione perfettamente legittima sul piano costituzionale.
ho riletto più volte l’intervento, e devo dire che ho difficoltà a capire, dal punti di vista pratico, quello che l’arcivescovo chiede alla comunità cattolica di fare. Se capisco bene (ma posso sbagliarmi, la prosa la trovo molto contorta), l’arcivescovo afferma che: la sentenza della corte costituzionale ha messo in discussione una legge che, per quanto imperfetta in quanto troppo permissiva, poneva un argine alla eterologa. In questa situazione, fermo restando che il “nostro” obiettivo finale dovrebbe essere quello di proibire la fecondazione artificiale “tout court”, dobbiamo al momento prendere atto che questo oggi non è possibile, e dobbiamo capire come far mettere più paletti (ovvero divieti) possibili quando il parlamento a breve definirà le nuove linee guida di applicazione della legge 40.
Oppure ho capito male?
anche io ho capito così:
l’arcivescovo sostiene che non è accettabile qualsiasi tipo di fecondazione artificiale, tuttavia sono accettabili comportamenti di compromesso da parte dei politici atti a ridurre l’enorme estensione che la fecondazione artificiale potrebbe prendere in italia dopo i comportamenti anti-democratici della corte costituzionale.