La Francia ricorda Martin Luther King, ma il video è «razzista»: cancellato

Polemica surreale a Parigi: cinque ragazzi che hanno vinto un concorso del ministero ricordano l'attivista di "I have a Dream". Ma sono bianchi, e questo è inaccettabile

Parigi. Lo scorso 29 agosto, il ministero dell’Istruzione francese ha voluto rendere omaggio a Martin Luther King a sessant’anni dal suo celebre discorso “I Have A Dream” pubblicando un video sul suo account X. Pronunciato davanti al Lincoln Memorial di Washington in presenza di 200mila persone, il discorso dell’attivista e pastore protestante rappresentò una tappa fondamentale per il movimento dei diritti civili degli afro-americani negli Stati Uniti.

Cinque bianchi ricordano Martin Luther King? Non va bene

Ispirandosi al suo “I Have a Dream”, cinque studenti e studentesse di 14 anni, nel filmato postato dal ministero, esprimono in lingua inglese i loro sogni per un mondo migliore, spaziando dalla lotta contro tutte le discriminazioni alla difesa dell’ambiente. «Ho sognato che le generazioni future vivranno in un mondo dove la natura sarà fiorente», dice Maya, mentre Léo sogna «un mondo dove siamo tutti alla pari: ragazze e ragazzi, donne e uomini, grandi e piccoli, grassi e magri, cristiani e musulmani». L’iniziativa, encomiabile, non ha però trovato tutti d’accordo.

Il motivo? Tutti i partecipanti del video sono per una certa Francia insopportabilmente bianchi. Anche un video che ricorda uno dei più grandi attivisti per i diritti umani del Novecento, omaggiandolo, diventa oggetto di polemiche in una Francia dove l’indignazione è diventata lo sport nazionale. «Perché non c’è nessun nero?», ha chiesto un utente su X, accusando il ministero dell’Istruzione di essere “razzista”. «Hanno fatto un video sul discorso di Luther King ma non hanno messo nessuna persona a cui è rivolto il suo discorso», ha aggiunto un altro.

Le polemiche dei politici, le scuse del ministero

Il filmato della discordia è stato preso di mira anche da alcuni deputati, come Danièle Obono della France insoumise (sinistra radicale), che ha puntato il dito contro il “razzismo” del video e dunque del ministero, reo di non aver fatto parlare nessun studente o studentessa di pelle nera. Dominique Sapo, presidente di Sos Racisme, associazione storicamente vicina al Partito socialista, ha denunciato a sua volta il filmato: «Grazie alla scelta degli studenti in questo clip, il ministero dell’Istruzione mostra che “I Have A Dream” resta di scottante attualità. Come diceva Martin Luther King, “sogno un giorno in cui i bambini neri sapranno unire le mani con le bambine bianche”».

Il ministero dell’Istruzione francese ha dapprima cercato di “giustificarsi”, spiegando che i cinque allievi presenti nel filmato, tutti volontari, sono i laureati 2023 del concorso “The more I say”, concorso che incoraggia la pratica creativa dell’inglese fin dalla scuola media. Ma la moltiplicazione delle critiche e la pressione proveniente dalle associazioni anti razziste hanno spinto il ministero a una scelta radicale, ossia alla soppressione del video. «Dinanzi al turbamento suscitato da questo filmato e alla violenza di alcuni commenti nei confronti degli studenti che hanno partecipato con entusiasmo a questo progetto, il servizio di comunicazione del ministero ha deciso di ritirare il video dai social network», ha dichiarato il ministero sul suo account X.

Chi tradisce il messaggio di Martin Luther King?

Ma nonostante il “mea culpa”, è tutto un indignarsi sulla stampa benpensante francese, con Libération disgustata da “questo omaggio tra bianchi”. L’aspetto più insopportabile, messo in luce dall’intellettuale e direttrice del magazine Causeur Élisabeth Lévy, è l’ondata di offese ricevute sui social dai cinque studenti.

«Questi ragazzi premiati hanno ricevuto una valanga di insulti! Sono degli adolescenti! Non era una scelta degli allievi, ma un concorso (…). Sono quelli che contano i neri e i bianchi a tradire il messaggio di Martin Luther King», ha commentato Élisabeth Lévy. Il ministero ha tenuto a sottolineare che il video è stato girato lo scorso 30 giugno, quando a rue de Grenelle c’era ancora Pap Ndiaye, il primo ministro dell’Istruzione nero e di origini africane della Quinta Repubblica.

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