
La guerra distrugge, Acs ricostruisce

tratto dall’Osservatore Romano – Oltre 124 milioni di euro per la Chiesa di tutto il mondo. È il totale delle offerte raccolte lo scorso anno dalla fondazione di diritto pontificio, Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), attraverso le sue 23 sedi nazionali e la sede internazionale. È quanto emerge dal Rapporto annuale della fondazione, nata nel 1947 per opera del monaco olandese padre Werenfried van Straaten, per sostenere la Chiesa in tutto il mondo, con particolare attenzione dove è perseguitata. La raccolta, ottenuta esclusivamente grazie a donazioni private dei circa 400.000 benefattori che Acs conta a livello internazionale, ha permesso di realizzare 5357 progetti in 149 paesi, ben 54 interventi in più rispetto al 2016. Come negli ultimi anni, gran parte delle offerte è stata devoluta a progetti in Africa (29,5 per cento) e in Medio oriente (21,2 per cento).
La regione mediorientale ha visto un importante aumento degli aiuti nel corso degli ultimi anni. Dall’inizio delle cosiddette primavere arabe nel 2011, infatti, la fondazione pontificia ha realizzato interventi per un totale di 75 milioni di euro, di cui 17 milioni nel solo 2017. Il paese mediorientale che più di tutti ha beneficiato del sostegno di Acs nel corso dello scorso anno è l’Iraq, dove sono stati realizzati interventi per ben 9.290.499 euro, molti dei quali nei villaggi cristiani nella Piana di Ninive distrutti dall’Is. Nella classifica delle nazioni beneficiarie, dopo l’India (5.858.890 euro), al terzo posto c’è un altro paese mediorientale, la Siria che lo scorso anno ha ricevuto 5.751.151 euro. Seguono poi Ucraina (4,7 milioni di euro circa), Brasile (3,88 milioni di euro circa) e Repubblica Democratica del Congo (3,42 milioni di euro circa). Tra le aree di intervento, si confermano al primo posto i progetti di costruzione e ricostruzione (32,8 per cento degli aiuti), con ben 1212 tra cappelle, chiese, conventi, seminari e centri pastorali edificati o restaurati.
Seguono gli aiuti umanitari e di emergenza (15,7 per cento), una parte dell’impegno Acs che si amplia di anno in anno, e le intenzioni di “sante messe” (15,4 per cento). Queste ultime, si spiega nel Rapporto, rappresentano una particolare forma di sostegno fondamentale in aree povere in cui i sacerdoti non possono contare su nessuna altra forma di sussistenza. Da Acs viene anche un importante supporto alla formazione dei seminaristi: sono stati 13.643 quelli aiutati nel 2017. Inoltre, la fondazione ha provveduto al sostentamento di 12.801 religiose con un incremento di oltre il 15 per cento rispetto al 2016. Altri ambiti di interventi riguardano la traduzione e la pubblicazione di testi religiosi e l’apostolato mediatico, ovvero il sostegno a mezzi di comunicazione quali radio e tv cristiane, i corsi di formazione per laici e l’acquisto di mezzi di trasporto per agevolare la pastorale di missionari e missionarie. Infine, altro dato significativo è l’aumento del numero dei benefattori italiani, dai 10.949 del 2016 ai 13.012, grazie ai quali sono stati realizzati molti progetti, soprattutto in Iraq e in Siria.
Foto Ansa
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