La guerra e le vittime (di sinistra)

Di Fabio Cavallari
10 Ottobre 2002
“Quando Bertinotti disse: l’unità è fare cavolate insieme”

Il tema dell’unità è stato per l’opposizione il ritornello più fischiettato dal 13 maggio ad oggi. L’argomento è sempre stato trattato privilegiando essenzialmente l’aspetto propagandistico-elettorale. L’unità però, com’è facilmente comprensibile, non si può fondare su un generico “patto contro”, ma necessita di progetti comuni, analisi condivise e percorsi collettivi. In una recente manifestazione pubblica, Fausto Bertinotti (l’uomo che più di ogni altro è stato accusato di aver rotto l’unità a sinistra) ha proposto una generosa e intelligente opzione per tutto il fronte progressista. In poche parole ha chiesto che non si parlasse più, per almeno un anno, di unità in termini nominalistici, ma che si concentrasse l’attenzione sui contenuti e gli obiettivi da raggiungere. Dopo pochi giorni, il voto alla Camera inerente l’invio degli alpini in Afghanistan, creava, di fatto, le premesse per mettere in campo un’unità parlamentare degna di questo nome. In una sorta di “rompete le righe” il centrosinistra invece è arrivato addirittura a presentare ben quattro mozioni differenti, da sommare ovviamente a quella del Prc. Se per il partito di Bertinotti si è trattato di una semplice conferma delle posizioni già assunte per la guerra del Kosovo e in seguito proprio per quella in Afghanistan, per tutti gli altri era certamente difficile ed ambiguo assumere una posizione di netta avversità nei confronti dell’operazione militare. Insomma, la guerra ha prodotto le sue prime vittime: il centrosinistra non solo non è riuscito nella difficile operazione di operare un’unità con il Prc, ma si è spaccato al suo interno. è evidente che in queste condizioni l’unità è una mera utopia velleitaria. In sostanza mi trovo sempre più d’accordo con una dichiarazione che Bertinotti proferì a telecamere spente, rispondendo ad un ulivista che lo accusava di settarismo: «In alcuni casi, l’unità non è altro che un metodo per fare delle cavolate con la complicità di più persone».

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.