
la macchina del leader Massimo
Taz&bao
Liss seguì con lo sguardo la macchina. Si era fatto un’opinione personale riguardo ai rapporti umani che intercorrevano in uno stato. La vita non poteva svilupparsi liberamente, bisognava calcolare ogni passo.
E per dirigere gli uomini nella respirazione, negli istinti, nei circoli letterari, nelle industrie, nel canto, nell’esercito, nelle escursioni estive, erano necessari dei capi. Insomma la vita aveva perso il diritto di crescere come l’erba, di agitarsi come il mare.
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