La mia Waterpolo
Nella pallanuoto gli arbitri possono veramente incidere su una partita, ma la rabbia che accompagna le loro decisioni si esaurisce dopo pochi minuti dal fischio finale. Nel calcio, anche dopo anni, la memoria è livorosa, si evocano i torti subiti con astio, senza la giusta capacità di far rientrare ogni accadimento nello svolgere delle cose della vita. Ineluttabile per definizione. Nella pallanuoto, dopo anni, i torti, i furti, gli imbrogli assumono un contorno leggendario, vengono raccontati con il tono ironico di chi c’era e, anche se è rimasto fregato, ha piacere di affermarlo perché è entrato a far parte di un evento mitico. Tutto prende un tono ironico nella mia amata waterpolo, come i racconti di una grande famiglia attorno a un fuoco, quando ci si raduna per una festa comandata. Dovrebbero portare Sensi, Moratti, Giraudo, Gaucci, Preziosi e tutti gli altri a un corso pedagogico in vasca. Ma non verranno, preferiscono il calcio dove tutto è “di più”. Dalle urla, all’astio, al denaro.
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