La mini Dc di Pezzotta e Tabacci non ha senso perché la Chiesa è già tornata al centro della società

 Abbiamo scelto questo tema inconsueto per parlare di cattolicesimo come questione politica. E non certo per discutere se Bruno Tabacci e Savino Pezzotta daranno il via alla Cosa bianca. Mi sembra improbabile come la Cosa rossa. Non è certo pensabile rifare una mini Democrazia cristiana dopo il crollo della grande esperienza politica che fu l’unità dei cattolici attorno alla Dc. Che senso ha ripetere la medesima esperienza in formato bonsai? E poi Tabacci: da quando è questo grande cattolico? Mi sembra che sia piuttosto un democristiano di quelli impasticciati che Silvio Berlusconi salvò dalle grinfie di Mani pulite (peraltro il Cavaliere è stato ripagato dalla più intensa antiberlusconità, che pure è una specie molto diffusa tra i dc di sinistra).
Il cattolicesimo è anche un grande fatto politico. Il papato non è soltanto l’istituzione vertice della Chiesa cattolica, è l’istituzione principe dell’Occidente, il punto di riferimento originario, inevitabile della stessa cultura occidentale. Gli stessi avversari del cattolicesimo sono tali proprio per il fatto che la Chiesa non è un tema indifferente della cultura della post-cristianità, ma è un problema a cui si deve fare riferimento per definire quello che si è. La definizione fondamentale di una cultura o di una politica è la sua posizione rispetto alla Chiesa. La grande crisi conciliare è stata risolta proprio grazie al fatto che il papato, contestato dal tentativo di superarlo in un collegio di vescovi, ha prevalso in virtù del ruolo che ha nella vita politica e sociale dei popoli cristiani, un riferimento che offre l’ultima chiave per esprimere un’unità culturale e sussiste oltre tutte le differenze politiche e religiose. La stessa dimensione anticattolica che domina la cultura politica europea e fa dell’Italia una relativa eccezione (perché nel nostro paese vi è ancora una Chiesa di popolo che determina il paesaggio globale) è una conseguenza della percezione diffusa che la Chiesa abbia superato la grande crisi conciliare. È tornata ad essere il principale soggetto istituzionale del mondo nato dalla cristianità, un mondo che quindi resta ancora radicalmente cristiano, cioè impensabile in tutte le sue dimensioni senza riferimento alle origini cristiane.
Per decenni si è detto che il problema principale sono i laici. Lo stesso fenomeno della Dc in Europa ha fatto sì che fossero i laici a prendere le decisioni fondamentali. Fu la Dc che decise di introdurre nella legislazione italiana il divorzio e l’aborto, cosa che mostra come il semplice fatto di essere un partito democratico non sia sufficiente per permettere una presa di coscienza dell’identità cattolica. Oggi, infatti, è il papato a porre i temi che hanno un senso per il mondo. La scienza ci ha dato un mondo infinito, ci ha presentato una realtà che l’uomo può perfettamente conoscere ma in cui la stessa conoscenza non ha più significato. La risposta cattolica a questa grande assenza di significato è che l’uomo è qualcosa di più del cosmo e anche del suo corpo. Vi è in lui un’immagine divina che lo porta a essere capace di misurare il mondo, sfidare lo spazio e il tempo, correre per le vie dell’infinito. E la Chiesa ha ricordato che l’uomo è a un tempo l’immagine di Dio e un corpo reale che trascende il mondo. È creato ed è capace di una scienza infinita. Poiché è creato, l’uomo ha dei limiti che la Chiesa ricorda nelle questioni del sesso e della vita, ma l’infinita conoscenza del mondo indica che nell’uomo vi è una dimensione che trascende il cosmo. Lo aveva già detto in forma chiarissima Pascal, ricordando che l’uomo è come una piccola canna, ma egli lo sa; e il mondo che può schiacciarlo, invece, non lo sa.
La Chiesa, perciò, torna oggi protagonista attraverso le dimensioni magisteriali e sacerdotali, come custode del senso della vita e della storia. L’anticattolicesimo insito nella politica europea è la prova del fatto che, caduto il moderno con la fine del comunismo, la Chiesa è di nuovo al centro come istituzione e messaggio, è la chiave politica del tempo, il vero dibattito su cui si regge il confronto culturale degli anni 2000.
    bagetbozzo@ragionpolitica.it

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