
La mossa di Putin inguaia l’Occidente (che non vuole morire per Kiev)

«Vladimir Putin ha fatto la mossa perfetta in Ucraina. Non è andato all in e ha messo nei guai l’Occidente». Riconoscendo l’indipendenza del Donbass, e spostando parte delle truppe nelle Repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk, il presidente russo ha colto nel segno, secondo quanto dichiarato da Ian Bremmer, presidente di Eurasia Group, al Washington Post. È entrato in territorio ucraino, ma non ha lanciato un’invasione su vasta scala.
La deterrenza di Biden «ha fallito»
Stati Uniti e Unione Europea sono ora costretti a scoprire le carte e chiarire fino a dove sono disposti a spingersi per l’Ucraina. Gli occhi del mondo sono puntati innanzitutto su Joe Biden. Come dichiarato al Corriere dal generale Philip Breedlove, ex comandante supremo delle forze Nato in Europa al tempo dell’annessione della Crimea, nel 2014, è evidente che «la deterrenza passiva» scelta come strategia da Biden «ha fallito».
Dopo un primo tentennamento, il presidente Usa aveva formulato nelle scorse settimane questa semplice equazione: «Un soldato, un carro armato uguale sanzioni severe». Ora molti soldati e molti carri armati si stabiliscono nel Donbass e anche se Putin parla di “forze di peacekeeping”, utili cioè a mantenere la pace lungo la linea di contatto, è difficile non vedere l’operazione come una chiara minaccia all’integrità territoriale dell’Ucraina.
Ue e Usa divisi e timidi sulle sanzioni
Biden estrometterà dunque le banche russe dal sistema di pagamento Swift e imporrà agli alleati di non acquistare più gas da Mosca, come minacciato in precedenza? Molto difficile. Sembra invece che gli Stati Uniti, per il momento, si limiteranno a vietare ogni tipo di commercio con il Donbass. Anche l’Unione Europea, dal canto suo, potrebbe limitarsi a ritorsioni mirate verso entità e personalità politiche e imprenditoriali del Donbass. Inutile dire che non si tratta di sanzioni eclatanti.
È da notare, inoltre, che pur denunciando l’aggressione russa, gli Stati Uniti non hanno chiaramente definito «invasione» la mossa di Putin, per non essere costretti a procedere con le sanzioni più dure. E un alto funzionario dell’amministrazione Biden, parlando con i giornalisti americani sotto anonimato, ha detto che il riconoscimento del Donbass è lontano dall’essere «un cambio decisivo dello status quo».
L’Occidente non morirà per l’Ucraina
L’Occidente insomma si scopre diviso e poco incline a sacrificare per Kiev importanti contratti economici e la sicurezza energetica. Secondo Bremmer, è proprio ciò che voleva Putin: «Gli Usa non hanno il pieno appoggio dei paesi europei», specialmente di Francia, Germania e Italia, «e questo è un problema. Siamo bloccati e questo è esattamente il motivo per cui Putin ha agito in questo modo. La sua strategia è assolutamente corretta».
Se Europea e Usa non hanno, come sembra, alcuna intenzione di andare allo scontro frontale con Putin per Kiev, come risolvere il conflitto? Secondo Jeffrey Sachs, direttore del Centro per lo sviluppo sostenibile della Columbia University, l’unica strada è trovare un compromesso.
«Facciamo un compromesso con Putin»
La mossa ovviamente non riscuoterebbe il favore dell’opinione pubblica e sarebbe criticata come un cedimento alle richieste di Putin ma, precisa l’analista sul Financial Times, sarebbe l’unica soluzione efficace:
«Gli Stati Uniti dovrebbero garantire alla Russia che l’Ucraina non entrerà mai nella Nato, chiedendo in cambio il completo ritiro delle forze russe dalla regione del Donbass e l’annullamento del riconoscimento dell’indipendenza delle due Repubblica separatiste, oltre alla smobilitazione delle truppe al confine con l’Ucraina, insieme a garanzie sul riconoscimento della sovranità di Kiev. Se gli Usa non proporranno questo accordo, dovrebbero farlo Germania e Francia. (…) Gli americani possono imparare molto dalla crisi cubana dei missili del 1962, risolta da un abile compromesso, che pure l’opinione pubblica americana non ha mai apprezzato».
Una soluzione diplomatica per l’Ucraina
Un simile accordo, continua Sachs, non sarebbe «appeasement» ma l’unico modo per «non cedere territori ucraini e non minare la sovranità del paese. Aiuterebbe infatti a rafforzarla. L’Ucraina dovrebbe aspirare ad assomigliare ad altri paesi dell’Ue, che però non sono membri della Nato come Austria, Cipro, Finlandia, Irlanda, Malta e Svezia».
Non è lo scenario ideale e più rispettoso dell’indipendenza ucraina, che ha tutte le ragioni per rivendicare il proprio diritto ad allearsi con chi desidera, ma è sicuramente migliore di uno scenario come quello immaginato dal generale Breedlove, in cui «Putin continua a tenere circondata l’Ucraina, rovinandone completamente l’economia. La Russia dovrà sopportare alti costi per mantenere le truppe al confine, ma penso che rispetto all’economia di Kiev, Putin possa resistere di più».
Foto Ansa
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!