La raddrizzata (grazie a Barnier) della posizione francese sul mandato di arresto per il premier israeliano, le tragiche conseguenze della “furbizia” di Sarkozy, le piazzate che danneggiano il governo Meloni. Rassegna ragionata dal web
La visita del presidente francese Emmanuel Macron al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 (foto Ansa)
Sulla Zuppa di Porro Bepi Pezzulli scrive: «L’azione della Cpi di intervenire mentre il conflitto è in corso è un’aberrazione giuridica di proporzioni surreali. La giustizia, per essere tale, richiede una distanza temporale e un raffreddamento delle tensioni che un conflitto attivo non può mai garantire. Anche il processo più emblematico, quello di Norimberga, si svolse solo dopo la fine del secondo conflitto mondiale, quando le prove erano più chiare e le passioni smorzate. In un conflitto armato, le decisioni giuridiche non possono prescindere dal contesto politico in cui si inseriscono. La giustizia non può essere una vendetta mascherata da processo, né un giudizio che nasce dalla politica del momento. Pretendere che la giustizia possa essere esercitata in tempo reale, e non dopo il fatto, è un controsenso che solo un’istituzione ideologicamente schierata può sostenere. Inoltre, l’attivismo giudiziario, che già di per sé rappresenta un pericolo per la governance democratica e la sta...