La sedicente arte gay che ricerca lo scandalo sulla pelle dei cattolici (e delle minoranze sessuali)

Credo che abbia ragione chi, nei dibattiti sul fare cultura, ricorda che l’arte non deve necessariamente proporsi di essere educativa. L’arte, infatti, educativa lo è sempre, per sua natura, se è autentica, perché illustra l’umano nella sua verità e bellezza. Che dire, però, di quei prodotti culturali, o di mercato, che si richiamano all’arte non per entrare nella verità della condizione umana ma per contraffarla, spettacolarizzandola e riducendola a gioco, a pastiche, eventualmente a derisione? E che relazione può avere la politica culturale degli enti pubblici con questi fenomeni molto diffusi nella cultura del pensiero debole dominante? Se passiamo in rassegna la maggior parte delle iniziative promosse da Comuni, Regioni e Stato negli ultimi anni, troviamo un’infinità di queste manifestazioni dove l’arte, se c’è, è nascosta sotto una spettacolarità provocatoria e volutamente scandalizzante.
La rassegna su arte e omosessualità, sponsorizzata dall’assessorato alla Cultura di Milano, ne è solo l’ultima tappa, anche se sicuramente significativa. Innanzitutto per il gusto della contraffazione che dimostra a mio avviso la lontananza dall’arte di questo materiale. Non è che non vada bene dare una rappresentazione critica, o drammatica, della Chiesa. I cardinali dipinti da Francis Bacon, scheletrici, barocchi, corrosi e ieratici insieme, credo che siano ai vertici della pittura del Novecento. Ma perché rappresentano una verità umana. Inquietante per i cattolici, ma che c’è stata e c’è, tanto che anche Benedetto XVI ne ha parlato, nella sua prima Via Crucis da Pontefice. Una verità che l’artista coglie, certo partendo da sé, e rappresenta con folgorante potenza. Invece il Papa inizialmente previsto in questa mostra, e stampato nei cataloghi di cui il sindaco Letizia Moratti ha voluto la distruzione, è solo un falso. Certamente offensivo per il Santo Padre e per i cattolici. Ma anche per l’identità omosessuale, che come ogni condizione umana è più seria di uno sciocco travestimento intellettuale. E quindi dovrebbe essere trattata con maggiore rispetto. Come la trattarono i grandi artisti omosessuali, da Luchino Visconti a Giovanni Testori, per il quale giustamente Vittorio Sgarbi chiede maggiore attenzione da parte dei teatri milanesi.
La sessualità umana non è un “evento”, come si usa dire oggi, attorno alle cui bizzarre e fasulle rappresentazioni radunare piccole folle convinte di vivere un’esperienza artistica. La sessualità è il profondo, serissimo ed emozionante laboratorio nel quale l’umano trasforma l’istinto in desiderio, a partire dal quale può costruire il proprio percorso verso la bellezza, e la realizzazione personale. L’adolescente lo intuisce, e cerca adulti e istituzioni che gli mostrino come l’arte ha rappresentato questo percorso, le sue difficoltà, i suoi drammi e le sue meraviglie. Aiutiamolo dunque a incontrare queste rappresentazioni artistiche, anche crude e drammatiche, ma vere. Gli altri, gli arrampicatori dell’arte a colpi di scandali sulla pelle dei credenti e di minoranze sessuali più complesse della semplificazione da gay pride, hanno tutto l’ampio mercato della comunicazione privata per far valere i propri talenti.
http://claudiorise.blogsome.com

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.