
La sinistra non ha leader
Chi è leader a sinistra? Prodi non lo è. Prodi non è una causa, è un effetto. è un prodotto dello sforzo diessino di mimetizzarsi per vincere. Il grande orgoglio diessino nasconde un analogo radicale complesso di inferiorità: per essere identici, occorre esistere come mascherati. Il risultato è che la maschera prodiana dei Ds è nota, ma il volto diessino no.
Come persona, Prodi è la negazione del leader politico, si presenta come il commissariamento della politica, non come il suo esercizio. Non è un caso che egli venga chiamato abitualmente con il nome di “professore”, una indicazione di estraneità. La Dc ebbe molti professori universitari tra i suoi leader, ma nessuno fu chiamato professore. L’unico che abbia visibilmente la stoffa del leader politico è Massimo D’Alema, l’unico che ha capito che occorreva portare direttamente il partito postcomunista alla direzione del governo. Lo ha fatto, ma il suo partito, da allora, lo ha benedetto ma anche emarginato. è divenuto di fatto un outsider, autorevole ma rigorosamente estraneo. Ne viene che il partito che è di fatto il fondamento politico della sinistra italiana e quindi la causa della sua possibile maggioranza è divenuto nel suo partito un emarginato. E basta il fatto che abbia avuto un prestito dalla Banca Popolare di Lodi per comprare una barca perché l’immagine del comunista borghese, dell’uomo di potere, gli rimanga incorporata.
è un leader Fassino? Fassino è stato solo il tessitore dell’unità senza politica e senza volto delle varie correnti comuniste, ha potuto federarle tutte senza fare alcuna scelta che quella del puro antiberlusconismo. E per questo ha dovuto fare della rinuncia ad apparire come leader e del nascondersi sotto Prodi la base del successo della sua operazione politica: unificare i Ds a basso profilo. Chi altro nel Ds può aspirare a funzioni di leader? Forse Bersani, ma anche qui è una scelta nemmeno delineata. Ne viene il paradosso che il Ds può essere unito nella misura in cui la sua immagine apolitica è emarginata e di basso profilo. La via di D’Alema di fare del partito postcomunista, pagandone il prezzo, la direzione della cosa pubblica è fallita.
Ma a sua volta chi è leader della Margherita? La forza della Margherita sono i democristiani del sud e anche la Dc deve nascondersi come fanno i comunisti: in parte sotto Prodi e in parte sotto il postradicale Rutelli. Insomma, abbiamo una alleanza di post-dc e di post-pci che, per esistere deve nascondersi sotto il volto di ciò che non sono e rimangono quindi forze politiche dimezzate.
In queste condizioni la forza determinante della sinistra e della coalizione non può essere che Rifondazione Comunista. Questo per molte ragioni, la maggiore delle quali è che la sinistra radicale va emergendo in tutto il mondo. In particolare ha conquistato l’America Latina. Il Ps francese è a sinistra, la socialdemocrazia tedesca si è spaccata a sinistra, Zapatero e Blair presiedono alle nozze omosessuali che non sono un programma originale della sinistra, il leader spagnolo mette in discussione la Spagna come nazione. è per questo che una linea socialdemocratica è divenuta in Europa una parola vana. Un problema in più per i Ds.
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