Il messaggio di papa Francesco per celebrare il capolavoro del 1954 centra esattamente il punto che all’epoca scatenò la furia della critica marxista egemone contro Fellini
Il Matto (Richard Basehart) e Gelsomina (Giulietta Masina) in una scena de La strada di Federico Fellini
Ha 70 anni, ma continua ad emozionare tutti. La strada, film che vinse il premio Oscar come migliore opera in lingua straniera nel primo anno di istituzione della categoria, venne girato da un trentaquattrenne Federico Fellini tra Bagnoregio, Fiumicino e la provincia dell’Aquila. Uscì nelle sale nel 1954.
L’imperdonabile affronto all’“ortodossia” neorealista
Presentato alla 15esima Mostra del Cinema di Venezia, con una giuria presieduta da Ignazio Silone, il film non fu accolto bene da una certa critica di sinistra, la quale rimproverò Fellini di ripudiare il realismo, aprendo invece alla favola e a un discutibile spiritualismo. Per il potente direttore della rivista Nuovo Cinema Guido Aristarco – che secondo lo storico del cinema Claudio Siniscalchi incarna «l’esponente più presente, operoso e metodologicamente ferrato della critica marxista» – Fellini è un regista «anacronistico», che «allontanandosi dal realismo si muove in una direzione sbagliata», indice di «una non matura e profo...