
La variante OMacron del virus cinquestelle

Era il febbraio 2013 e in un’intervista a Euronews Beppe Grillo diceva che «il Movimento è come un virus. Ora ci prendiamo l’Europa». Un virus, sì. Solo che il virus cinquestelle è mutato più radicalmente del Covid, ed è infine giunto alla variante OMacron.
Siamo un virus
«Stiamo facendo un cambiamento epocale senza niente – diceva Grillo -, senza mezzi, con un furgone. La rete non dà più spazio alle intermediazioni, via i politici, che sono degli intermediari, si bypassano le televisioni. Noi abbiamo adesso una cosa, si chiama “La Cosa”, una webtelevision che va in tutto il mondo. Noi siamo leaderless, senza leader, siamo un movimento di portavoce. Vogliamo far tornare l’onesta di moda. Il movimento si sta allargando come un virus».
I pagliacci del potere
Bei tempi. Era l’epoca delle piazze piene, dei vaffanculo, della rivoluzione, dello streaming e dei politici-ladri-tutti-in-galera.
Già molto si è scritto sulla mutazione antropologica grillina, e già tanto abbiamo scritto anche noi, più volte ribadendo che era già tutto in nuce nelle premesse: nessuna “vera rivoluzione”, il movimento era già allora allineato a tutti i dettami del mainstream, con un più di rabbia fegatosa, di furia iconoclasta, certo, ma – in fondo – si trattava solo di posizionamento febbrile sulla comoda e inoffensiva sponda del potere.
Dai gilet gialli a Macron
Però, anche la forma ha le sue ragioni. E oggi vedere il M5s chiedere il 2 per 1000, passare da Grillo a Draghi, da Mattarella (impeachment) a Mattarella (santo), da Byoblu al Foglio, e ora dai gilet gialli a Macron, fa la sua bella impressione.
In fondo, il grillismo fa più ridere adesso che dieci anni fa.
Foto Ansa
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