La vittoria di Michela
Michela è una ragazza che ha “vissuto” dieci anni della propria esistenza cercando i soldi per bucarsi. Non è facile uscire dall’incubo dell’eroina, eppure dopo esser entrata e uscita da comunità e centri di recupero, accade un fatto che diverrà determinante per il suo futuro. Una storia “sentimentale” senza capo né coda, le lascia in eredità una gravidanza. L’attesa di quel figlio cambia tutta la situazione. Decide, tra mille difficoltà, che è giunto il momento di tornare a vivere. Suo figlio ora va all’asilo, lei lavora e quella merda è uscita da anni dalla sua vita, ma capisco dai suoi occhi e dal tono della sua voce che non è felice, che non si è ancora liberata dagli strascichi di quella vicenda. Gli parlo, cerco di capire e un giorno in una sorta di confessione penitente mi svela il suo ultimo segreto. In quegl’anni aveva chiesto piaceri e soldi ad un’infinità di persone, alcune di queste dopo alcuni mesi fanno la loro ricomparsa. Sanno perfettamente che lei non ha denaro da rendere, ha solo se stessa. Subisce da questi una violenza sessuale ma non si ribella, non si oppone, lascia che usino il suo corpo come se lo stesso non le appartenesse. Michela, senza cercare scusanti, mi dice che ha scelto la via meno rischiosa, quella che le ha consentito di uscire da quella sporca avventura con il minor danno possibile. Non prova rancore per quella gente, non ha alcuna sete di vendetta. Mi dice con parole chiare e disilluse: «Chi pensi avrebbe creduto ad un ex tossica? Quante volte mi hanno chiamato puttana e quante volte ho creduto di esserlo». Dico a Michela che per me lei è una donna vincente e il sorriso di suo figlio è lì a testimoniarlo.
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