
L’ALTRA ABILITA’
Le battaglie sui princìpi sono fondamentali ma non bastano da sole. Quando il “fare” non si traduce in cambiamento, neppure il semplice “discutere” muta la realtà, generando suggestioni momentanee, incapaci di reggere il confronto con la realtà del giorno dopo. La gente non ha ascoltato i profeti del radicalismo autoreferenziale, pieni di certezze e convinti di essere i depositari del pensiero profondo degli italiani; la stessa gente destata da chi si batte per una causa giusta, si muoverà se intuirà il riflesso esistenziale e fattuale di queste battaglie. Perché una qualunque battaglia, soprattutto se sul diritto e sulla difesa della vita, porti a un mutamento di mentalità, occorrono anche fatti non appariscenti, magari fuori dai riflettori dei talk show, anche quelli amici. Fatti che testimonino pezzi di realtà già cambiata ove un amore non sdolcinato rende l’esistenza, personale e sociale, diversa. Per questo colpisce profondamente quella realtà strana che si incontra in un paesino dell’Abruzzo, l’Associazione Anffas onlus di Teramo.
A un ufficiale medico dell’esercito nasce una figlia gravemente handicappata. Invece di rifiutarla o demoralizzarsi la iscrive all’Anffas e cerca di darle un futuro migliore. Fa di tutto perché abbia la migliore assistenza e divenuto presidente provinciale dell’Anffas, scopre che esiste una struttura sotto-utilizzata, il centro iperbarico polivalente di S. Atto. Si propone di riattivarlo facendolo divenire un punto di riferimento per i disabili di tutta la provincia. In pochi anni lo trasforma in una fondazione e cerca di gestirlo al meglio. La Fondazione Maugeri di Pavia va a visitare il centro, divenuto uno dei punti più avanzati nella riabilitazione in Italia, e decide che la sua struttura non può essere da meno. La struttura di S. Atto ha oggi al suo interno sofisticati macchinari per lo studio del movimento corporeo, quelli in uso al Milan lab. Non pago, l’ufficiale ha fatto nascere una cooperativa dove i disabili meno gravi possono cominciare un’attività lavorativa.
Fa impressione vedere il mare di carità e di capacità terapeutica nata dall’amore di un padre. Perché a fianco delle enciclopedie di dibattiti cartacei e televisivi sul diritto ad avere un figlio non vengono documentati anche i fatti di vita nuova? Con buona pace di tutti, ciò che ha fatto dell’Italia un luogo dove non domina una concezione della vita totalmente antiumana, è quel lungo filo rosso dei Cottolengo, dei don Orione, dei don Gnocchi. Non bastano ideali, tanto meno idee per cambiare le cose.
* Presidente Fondazione Sussidiarietà
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