
L’Aquila, non previdero il terremoto: esperti accusati di omicidio colposo – Rassegna stampa/2
I sette componenti della Commissione Grandi Rischi, che nell’aprile del 2009 non erano riusciti a prevedere il terremoto dell’Aquila, sono stati ieri accusati di omicidio colposo plurimo per le 309 vittime del sisma.
Dopo un’ora di camera di consiglio, il gup del Tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Garganella, “ha rinviato a giudizio il 20 settembre prossimo i sette esperti per aver sottovalutato la pericolosità dello sciame sismico del 2009 e per aver omesso di informare con chiarezza i cittadini” (Avvenire, p. 11). Gli imputati, nomi eccellenti della comunità scientifica italiana, sei giorni prima del terremoto si erano incontrati con alcuni colleghi e al termine del summit avevano rassicurato la popolazione, dichiarando che non c’erano abbastanza elementi per allarmarli o evacuarli.
“Nel verbale del summit – punto nodale di tutta l’indagine – si sottolinea l’impossibilità di prevedere i terremoti, l’elevata sismicità risaputa del territorio aquilano, ma anche il fatto che «non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento» e che «la casistica è limitata»” (Avvenire, p. 11).
Saranno giudicati: Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi rischi; Bernardo De Bernardinis, vicecapo del settore tecnico del Dipartimento di Protezione civile; Enzo Boschi, presidente dell’Ingv; Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti; Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto CASE; Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova; Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.
I magistrati contestano ai sette commissari «una valutazione del rischio sismico approssimativa, generica e inefficace, in relazione all’attività della Commissione e ai doveri di prevenzione e previsione del rischio sismico».
Alla notizia del rinvio a giudizio, il primo commento è arrivato da Enzo Boschi, il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: «Penso di aver sempre fatto il mio dovere, e credo che nessuno possa dire il contrario». Il legale dell’imputato, Marcello Menandri, ha dichiarato: «Siamo increduli, ero sicurissimo che sarebbe finita con un proscioglimento. Così non è stato e ora lavoreremo per chiarire la sua posizione».
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