Le balle sulla Bossi-Fini non salveranno un solo profugo dalla morte in mare. Queste idee concrete invece sì

Di Alfredo Mantovano
20 Ottobre 2013
Inutile raccogliere firme contro una legge che non c’entra nulla con le tragedie degli immigrati. È necessario invece formulare proposte precise all’Europa. Eccole

Quanto continuerà la pantomima secondo cui se cambia la legge Bossi-Fini finiranno le morti in mare?

È vero che chi è impegnato a raccogliere le firme per la sua abrogazione non trova il tempo di rileggerla; se però recuperasse qualche minuto, potrebbe accorgersi che la legge riguarda chi arriva per ragioni economiche, mentre oggi molti di coloro che puntano all’Italia via mare fuggono da persecuzioni o guerre, quindi sono potenziali richiedenti asilo.

Potrebbe constatare che l’articolo 10-bis, che disciplina il reato di ingresso clandestino, stabilisce al comma 6 che la domanda di asilo, da proporre anche un attimo dopo essere saliti su un’imbarcazione con bandiera italiana, sospende ogni procedimento penale.

Potrebbe infine scoprire all’articolo 12, dove è stabilito che non c’è alcun reato nell’attività di soccorso e di assistenza umanitaria. E magari potrebbe segnalare un solo caso realmente accaduto di natante sequestrato perché ha aiutato persone finite in mare o in difficoltà nella navigazione…

Se invece interessa non già raccogliere firme contro una legge che non c’entra nulla, ma fermare le morti per annegamento, è necessario formulare proposte precise all’Europa:

1) collocare nel Canale di Sicilia tutte le navi militari disponibili, col compito di svolgere il soccorso nel modo più efficace: Francia, Spagna o Regno Unito non ne hanno più?

2) condividere la gestione dell’emergenza, favorendo la dislocazione di coloro a cui è riconosciuta la protezione per i principali Stati Ue;

3) subordinare i programmi di collaborazione con Libia, Tunisia ed Egitto all’apertura sul loro territorio, in prossimità delle coste, con fondi e personale europei, di centri di accoglienza per chi fugge, e collocarvi commissioni con targa europea che esaminino le domande di asilo.

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