Lettere al direttore

Le soft skill del ddl Zan

Alessandro Zan dipinge panchina arcobaleno durante una manifestazione per diritti lgbt
Alessandro Zan (Pd) dipinge una panchina coi colori dell’arcobaleno durante una manifestazione contro l’omofobia a Milano, 7 maggio

Scrivo a proposito delle dichiarazioni di Andrea Scanzi sul fatto che negli ultimi trecento anni non vi siano stati intellettuali di destra. Che amarezza che si possa pensare di etichettare di destra o di sinistra la gente che pensa, cioè gli intellettuali, o il pensiero stesso. Dovrebbe essere il contrario: se una cosa non rientra in uno schema predefinito, potrebbe essere che contenga un pensiero vero o quantomeno interessante… Il problema sta nel  manico: pensare di incasellare il pensiero, la cultura e il dibattito in categorie politiche non può che generare un confronto mortificante invece che generativo. Grazie del vostro lavoro!
Luca Botturi

Luca, hai ragione da vendere. Il problema oggi è che consideriamo intellettuali gente come Scanzi e Fedez, e questa è la conseguenza. È il “partito degli influencer” e ne parleremo presto su Tempi mensile.

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Con molto candore (e l’ignoranza di chi ignora) ammetto che se sento parlare uno Zingaretti, un Letta, una Boldrini o una Cirinnà non condivido ciò che dicono, non mi riconosco nei loro temi e argomenti, cioè non sono di sinistra. Gaber ci aveva fatto una canzone sull’essere di destra o di sinistra. Dopo aver sentito quel che ha detto Scanzi (per me è un violento, eppure sta coi pacifisti…) e guardato l’estratto dell’articolo di Verdelli sul Corriere, credo che farebbe bene a me, e forse a tanti, mettere i puntini sulle “i” su cosa significhi oggi non tanto essere di sinistra, quanto il non esserlo. Si è di sinistra se leggendo Marx&Co. ci si trova a proprio agio… Ma io, che comunque non sto a prescindere coi padroni, non affogherei mai un migrante (ovvio), non umilierei mai un omosessuale (ovvio), non butterei mai una bottiglia di plastica nel mare (ovvio), rispetto le donne (ovvio); ebbene non so il perché ma la dialettica saccente, esclusiva, pedante, aggressiva, egemone della sinistra (da quella americana nord e sud, a quella europea e orientale) mi soffoca. Una persona che non si sente di sinistra, ma non è necessariamente un naziskin, a che mondo guarda? Fortunatamente sono cristiano cattolico eppure anche tra noi ci si divide tra cattocomunisti e cattofascisti (!).
Giovanni Rossi

Per me già dire di essere “cattolico” senza troppi aggettivi dovrebbe bastare. Ma capisco che una posizione come quella che cerchiamo di esprimere su Tempi fatichi a trovare spazio, essendo noi degli “inclassificabili” in un mondo che premia solo gli “schierati a prescindere”. Come Nietzsche, anche noi siamo «nati postumi».

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Salve direttore, ha visto che bella la pubblicità in tv della Dietorelle? La passano sempre più spesso…
Riccardo Dietrich

Guardi, casca male, sono almeno dieci anni che non guardo la tv (e sto da Dio). Comunque penso di aver capito a cosa si riferisce: al bacio tra due lesbiche che compare nello spot delle caramelle, accompagnato dallo slogan «la dolcezza non ha bisogno di zucchero, ha bisogno di coraggio». Effettivamente, il battage pubblicitario (e la parola non è scelta a caso) per far passare il ddl Zan è martellante: concerti, spot e ora pure corsi di formazione. Mi è appena arrivato via email il comunicato stampa di una nota catena di supermercati in cui si promuove «un evento online dedicato a inclusione e diritti: aperto a consumatori, soci, cittadini e ai 20.000 dipendenti, il dibattito vedrà la partecipazione dell’on. Alessandro Zan, della D&I manager di Barilla e del direttore artistico del Gender Bender Festival. L’iniziativa testimonia il ruolo che la cooperazione intende avere come motore di informazione e sensibilizzazione all’interno e all’esterno dell’azienda, considerando quindi la consapevolezza dei dipendenti come una soft skill da alimentare e su cui fare formazione». Zan, Barilla, Gender Festival, mi pare ci sia tutto, tranne un punto di vista “diverso” (evidentemente per loro “formazione” significa “omologazione a un pensiero unico”). Hai capito le soft skill a cosa servono?

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Sabato 15 maggio 2021 alle 15 in Piazza Duomo a Milano, varie associazioni di cittadini hanno organizzato un grande evento di sensibilizzazione nei riguardi dei pericoli alla libertà di espressione ed educazione intrinseci al Ddl Zan, la cui discussione in Senato è recentemente ripresa. L’ambizioso obiettivo è di riempire la piazza di persone che dicano semplicemente “No, questa legge è ingiusta, pericolosa e inutile. Va assolutamente fermata!”. Vi chiedo quindi di aiutarmi (e aiutarvi, perché questa cosa riguarda tutti, fino i bambini) partecipando personalmente e diffondendo l’invito a partecipare attraverso i vostri canali.
Silvia Cotta

 

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