LEI E’ UN SINGOLARE PRESIDENTE, SI DIMETTA

Di Giorgio Vittadini
27 Maggio 2004
Il discorso di Prodi alla convention dell’Ulivo di sabato scorso non può essere per nulla condiviso, sia nel contenuto che nel metodo.

Il discorso di Prodi alla convention dell’Ulivo di sabato scorso non può essere per nulla condiviso, sia nel contenuto che nel metodo. Il presidente dela Commisione europea in carica, a fronte delle gravi divisioni esistenti in tema di politica internazionale, senza prima consultare i paesi aderenti e pur non essendo dotato di autonomia politica su tali temi, ha delineato strategie che possono influenzare il futuro stesso dell’Unione. Un presidente della Commissione europea infatti esprime l’istituzione di cui è rappresentante anche quando va ad una convention di partito.
Coerentemente, potrebbe dimettersi e svolgere così in modo legittimo il suo ruolo di leader di una coalizione. Invece, ne determina il precoce declino perché mostra come sia più importante essere leader dell’Ulivo in futuri appuntamenti elettorali, che garante dell’unità europea.
Un appello dovrebbe essere mandato ai governanti dei paesi europei perché chiedano pressantemente le dimissioni del presidente Prodi.
Per ciò che riguarda il contenuto è sorprendente che un cattolico si sia schierato sulle posizioni di chi si professa ancora comunista, di chi disprezza l’Occidente, di chi non capisce la differenza tra una democrazia che sbaglia e chi persegue coscientemente il male e la morte.
Inoltre, come ormai tutti i più equilibrati commentatori, uomini politici, esponenti ecclesiastici, giornalisti hanno notato, il ritiro dall’Irak equivale a un atto di grave irresponsabilità. Equivale a ignorare che in Irak potrà esserci una guerra civile, ancora peggiore della guerra finora avvenuta. Equivale a ignorare il pericolo di uno stato fondamentalista, portatore di un terrorismo che nasce ben prima dello sciagurato intervento americano. Equivale a sconfessare, non le scelte americane, ma l’Occidente stesso.
Gli esponenti politici a cui Prodi si appella gridano «Bush uguale Bin Laden» e ritengono le democrazie occidentali peggiori dei regimi dove la donna, lo sviluppo, le libertà, sono umiliati e distrutti. é il trionfo della confusione politica, tipica di un mondo catto-comunista che ritiene l’identità cristiana violenza e potere, quando semplicemente affermi l’esperienza che vive.
Se il buon giorno si vede dal mattino, questo è un brutto mattino perché il programma di un possibile governo di tale coalizione può solo portare l’Italia a un declino irreversibile.
Se sinistra deve essere, che sia Blair, non Rosy Bindi.

*Presidente Fondazione per la Sussidiarietà

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