PER L’ELEZIONE DI UN GIUDICE NEGLI USA SI DISCUTE DI VITA, LIBERTà, FELICITà

Le dimissioni del giudice della Corte Suprema, Sandra Day O’Connor, hanno trasportato gli americani in una battaglia per la salvaguardia stessa dell’anima della nazione. Molta parte dell’elezione di George Bush fu basata sull’opportunità del presidente di cambiare orientamento ideologico alla Corte Suprema.
Per oltre cinquant’anni il braccio giudiziario del governo aveva dominato la vita politica in America. L’ultima autorità a decidere cosa è e cosa non è in conformità con l’intenzione dei fondatori della nazione è proprio la Corte Suprema e, durante molta parte di questo tempo, le decisioni della O’Connor hanno determinato il prevalere di conclusioni di stampo liberale all’interno della Corte.
Ora il presidente ha l’opportunità di far pendere la bilancia ideologica della Corte nella direzione opposta. La battaglia per la Suprema Corte è iniziata. Non è semplicemente una battaglia politica su come meglio sostenere il legame della nazione ai diritti di ‘vita, libertà e perseguimento della felicità’, quanto una battaglia filosofica sul significato esatto di queste stesse parole. Sarà molto, molto difficile per il presidente proporre un candidato che possa sopravvivere a questa battaglia ideologica in Senato e ottenere il necessario consenso per entrare a far parte e operare nella Suprema Corte. I liberali Democratici e i conservatori Repubblicani tradizionali hanno espresso l’intenzione di lavorare insieme, ma la base degli attivisti di entrambi i partiti non lo accetterà. Loro sanno quale sia la posta della scommessa e il risultato finale di questa battaglia determinerà il destino politico dei partiti. In questa battaglia i Democratici sono molto più uniti dei Repubblicani, anche perché la leadership del partito è interamente nelle mani della lobby degli attivisti liberal. Il movimento conservatore, invece, è diviso tra conservatori politici e culturali (una divisione che si riflette anche nella politica interna del movimento neo-conservatore) ed entrambi questi schieramenti hanno cominciato a premere sul Presidente affinché nomini il loro candidato. In tal senso una battaglia interna al partito Repubblicano sarà molto più rivelatrice e politicamente importante di uno scontro Repubblicani e liberali Democratici. Oggi come oggi i conservatori culturali sono in ansia riguardo la fedeltà del presidente Bush verso i loro punti di vista filosofici. Per esempio hanno chiarito che il Procuratore Capo, Alberto R. Gonzalez, un amico personale del presidente (a cui piacerebbe nominare il primo candidato ispanico alla Suprema Corte come parte di un tentativo dei Repubblicani di guadagnare il voto ispanico) non sarebbe un candidato gradito a causa della sua presunta posizione sull’aborto.
Scrivo queste cose nell’Independence Day, il giorno in cui gli americani celebrano la fondazione della loro nazione basata sulla protezione dei diritti alla ‘vita, libertà e perseguimento della felicità’. In questo giorno il popolo americano celebra la conquista dell’inizio della sua storia; durante il resto dell’anno sono sfidati ancora e ancora a ritornare a porsi la questione del reale significato di quelle parole. Ma la celebrazione di quest’anno cade mentre il sistema politico disegnato nel 1776 si prepara ad un enorme test sulla sua stessa resistenza.
Lorenzo Albacete

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.