L’esorcista

Di Fred Perri
17 Giugno 2004
Non so perché, ma anche qui, nell’assolato Portogallo, mi viene da pensare all’Inter.

Non so perché, ma anche qui, nell’assolato Portogallo, mi viene da pensare all’Inter. Non è masochismo. Faccio un esempio: del Berlusca e delle sue sortite, da queste parti, arrivano immagini sfuocate. Ma l’Inter, compagni e amici, l’Inter arriva dappertutto. Sono andato a pranzo in un ristorantino dalle parti del Mosteiro dos Jeronimos e un cameriere quadrilingue, tra una battuta in francese e una in inglese, mi ha chiesto in italiano se l’Inter prenderà Carvalho. Ho chiamato un mio collega in Italia: mi ha detto che, in attesa di Carvalho, ha ingaggiato l’ennesimo allenatore, Roberto Mancini. Rieccolo. Massimo Moratti è tornato. è anche comprensibile. Uno mette i soldi e poi deve decidere un altro? Allora dov’è il divertimento? Non c’è e così Moratti ha ricominciato da dove aveva lasciato, saccagnando un allenatore. Fuori Zaccheroni e dentro Mancini. Alé. Non so che dire, ma una cosa la so. Guardando questo Europeo mi accorgo che i giocatori dell’Inter, appena se ne allontanano (esclusi gli italiani perché finiscono nelle mani di Trapattoni) diventano dei fenomeni. Da Karagounis a Helveg, li ho visti correre e tirare. Come se, allontanandosi da Appiano Gentile, si fossero liberati del malocchio. Invece del preparatore, Mancini si porti l’esorcista.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.