
Lettera dal carcere di Antonio Simone. Con una domanda a Repubblica

Iniziamo la pubblicazione delle lettere che Antonio Simone invia a Tempi dal carcere di San Vittore a Milano. È un modo per far conoscere a tutti la realtà carceraria e per Simone «un modo per ringraziare le centinaia di persone che mi hanno scritto e che pregano per me. Così che l’esperienza di uno possa eventualmente essere utile a tutti». Simone si trova in una cella «costretto in 4 metri per 2», con altre cinque persone, che desidera ringraziare «perché posso stare a scrivere solo perché altri stanno distesi a letto (sì, in sei, tutti in piedi, non ci stiamo)».
Caro Gigi,
qui si sta facendo la spesa ed è un’attività entusiasmante. Finita la lista comune per le necessità della cella, Ikea (soprannome di uno dei detenuti in cella con Simone, così chiamato per l’abilità nel costruire “mobili” utilizzando pacchetti di sigarette e scatole di pasta, ndr) ti chiede: «E tu che cosa vuoi?». E lo chiede a tutti. Puoi immaginarti le risposte, tra il drammatico e l’ironico. «E tu che cosa vuoi?».
Mi viene in mente la domanda alla prima vacanza estiva che ho fatto in Gs (Gioventù studentesca, ndr) nel ’71, dove don Ciccio e don Ricci chiedevano leopardianamente: «Ed io, che sono?».
Poi guardo sul mio armadietto dove ho appeso la foto del Gius con Giovanni Paolo II alla Giornata dei Movimenti (che spettacolo) e capisco dove vorrei essere: là in mezzo, tra lo sguardo del Gius e il bacio del Papa, per rapire (uso apposta questo termine, così diranno che avevo già intenzione di delinquere) quel riconoscimento tra giganti del dono che Dio aveva fatto loro.
Ma non è di questo che volevo scrivere. Volevo solo dire che a me piace molto il metodo di Repubblica che ripete la stessa domanda tutti i giorni. Ecco, vi inviterei tutti a fare la domanda che ritenete più giusta a Repubblica e a mandargliela.
Ecco la mia: perché esistete? A che servite, oltre che per sostenere il triste nichilismo, dopo aver visto naufragare la speranza di un mondo migliore, a partire dalla vostra disastrosa ideologia?
Antonio Simone
(Qui la seconda lettera)
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40 commenti
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Egr. Sig. Simone,
non conosco il contenuto della lettera che la riguarda di Repubblica, perché non compero questo giornale diretto dagli epigoni di Marx e del quale portano le stimmate, che sono arroganza, malignità e menzogna. Non so se Lei è colpevole o no. So solo che Lei è un fratello in Gesù e per questo prego per Lei e la sua famiglia. Sarebbe bene che CL fosse meno una conventicola chiusa e disponibile quasi esclusivamente solo per i propri aderenti, in specie nelle scelte di utilità pubblica,
che squallore. il signor Amicone, il Santoro dei cattolici, sarà ben felice di aver creato tanto squallido commentare. che tristezza
Questa discussione non ha alcun senso. siete tutti fuori di testa. amicone la tua iniziativa è futile e inutile
Un altro padreterno?
Scusa ma dimmi un po che utilitá hanno queste lettere. simone nuovo griamsci?
Gent. Direttore, mi firmo con nome, secondo nome e cognome. Così non sarò tacciato di essere un bolscevico che si nasconde, o un figlio di Repubblica travestito. Scrivo esclusivamente per chiederLe due favori. Il primo è di rileggere attentamente la lettera di Julian Carron a Repubblica. Qui il link (http://www.repubblica.it/politica/2012/05/02/news/carrn_da_chi_ha_sbagliato_un_umiliazione_per_cl-34320186/). Se aprire la pagina web del quotidiano di De Benedetti Le fa venire l’orticaria non tema, può leggerla anche su Il Sussidiario. In secondo luogo Le sarei grato, e con me molti altri, se potesse evitare in futuro di accostare Gesù Cristo, la Chiesa Cattolica e Comunione e LIberazione con affari che non c’entrano nulla. I continui rimandi che propone sono estremamente fuori luogo. Questo Suo modo di trattare il nome di Don Giussani, senza nessun riguardo e per scopi terzi, sta risultando offensivo. Capisco che debba difendere il Suo editore, ma il fine non giustifica i mezzi.
No, non ce l’ho con Antonio Simone. A lui e alla sua famiglia va la mia solidarietà. La speranza è che possa essere riconosciuto innocente.
Mi scuso per il distrubo e La ringrazio per l’attenzione.
X jolanda
Scusa jolanda, ma non e’ che sei il solito mariolino biricchino ?
Fa sapere, mi raccomando
Caro Antonio, ho misurato
4 metri per 2 e non c’é voluto molto per comprendere che quello spazio appartiene alla stessa misura con cui hanno “ristretto” con articoli, lettere, giudizi e pregiudizi (da qualunque parte siano arrivati) una storia grande di cui hai fatto e fai ancora parte.
Coraggio! In molti si sono sentiti “ridotti” in quel fiume di parole e si sono chiesti dove fosse finito quello sguardo “tra giganti” di cui parlavi tu.
Perché l’irriducibilità vale per tutti vero???
Grazie Antonio.
A tutti gli altri se nn sapete chi siete fino a nn riuscire a dire il vostro nome, se non sapete cosa vuol dire costruire invece che distruggere, meglio tacere. Noi siamo cresciuti così, affidando i peccati al segreto del confessionale che parla con le penitenze scontate fino in fondo, per il bene comune e per il bene a sè … Così l’Italia è stata costruita . Ancora Grazie Antonio. Vicini nella preghiera
x Jolanda: che poesia! Siccome io qui non rivelo il mio nome e cognome, vuol dire che che non so chi sono???? Ma basta con questa filosofia – derivata a sproposito da libri del Giuss – filosofia da 4 soldi!
Non so cosa vuol dire costruire invece che distruggere? Hai ragione ma in parte: prima vorrei distruggere l’ipocrisia, la falsità e l’astuzia di Tempi che pubblica queste lettere per far parlare i lettori di amnistia, di carceri invivibili e – novità di 1 post- degli stipendi dei giudici.
Siccome i cristiani hanno la fede e affidano i peccati al segreto del confessionale, se ne sbattono delle leggi e dei procedimenti giudiziari??????? E gridano al complotto di giudici e giornalisti repubblichini??????? E se ne fregano dello scandalo che creano, agli occhi dei non cristiani, coi loro comportamenti????????
non c’è bisogno di gridare a nessun complotto,nè di avere convinzioni o fedi particolari,per riconoscere che mandare un uomo in carcere perchè è indagato,senza che nessuno sappia se è colpevole o no,è oggettivamente sbagliato. come si dice, “innocente fino a prova contraria”.e questo è evidente. per quanto riguarda lo scandalo, “abbiamo ancora tanta strada da fare,e siamo contenti di poterla percorrere”.chi altro,nel mondo,davanti a un errore può dire questo?di sicuro non il tuo moralismo,ma chi ha un punto da cui ricominciare.come antonio.
forza Simone! e forza Tempi! non lasciamo soli i radicali e i cappellani a chiedere giustizia e amnistia: le carceri come “pena” sono una barbarie moderna, voluta dagli illuministi che credevano di cambiare la testa della gente con la violenza psicologica e/o fisica… La vera “pena” sono il processo in se stesso (che costa milioni allo stato (cioe’ a noi cittadini) e a chi vuole difendersi dallo strapotere illimitato (almeno come “potere di spesa” dei pm) e poi, per chi effettivamente compie un reato, il “risarcimento delle vittime”. Punto e basta! Le carceri vanno abolite per chi compie reato NON violenti. Non aggiungo altro, il discorso sarebbe lungo, perche’ ovviamente bisogna procedere con gradualita’: il “popolo” non puo’ capire certe rivoluzioni pacifiche e giuridiche, dopo anni e anni di giustizialismo e di politiche “manettare” fomentate dai giornali che riempiono le loro pagine di gente da massacrare… Solo una cosa finale: perche’ nessuno parla mai degli stipendi dei signori giudici? La risposta e’ piuttosto facile: vediamo se Tempi si da’ da fare e “apre un dibattito”, o meglio ancora, ci informa dettagliatamente sull’argomento
Il potere è una brutta bestia e tenta chiunque, facendo apparire l’uomo un dio nelle decisioni. E’ il peccato di ogni uomo nessuno ne è immune, bisogna avere dei veri amici accanto che ti riportino alla ragione. Vedo le cose negative che accadono, ma so per certo che il positivo c’è in ogni situazione, sta a noi vederlo. “Vedo il bene ma compio il male” (S.Paolo)
La Misericordia che Dio ha verso di me è talmente grande da non poter puntare il dito, ma cerco di dare un giudizio umano, tenendo presente o almeno cercando di ricordarmi di quella Misericordia che ricevo tutti i giorni.Allora posso dire con serenità a Simone,come a Formigoni o altri,” prego per te!”. Le domande è giusto che ci siano, in modo particolare quelle che riguardano la nostra persona, perchè cambiando io cambio il mondo.
Purtroppo Repubblica ha a cuore solo “l’Etica” ( e neanche gli viene bene sempre) e non hanno mai allungato il loro sguardo all’UMANITA’
Scusate se non faccio domande sul senso religioso.
Perchè non posso anch’io evitare di tenere la contabilità dei miei guadagni e delle mie spese e devo ogni anno fare il 730 senza commettere errori, nè omissioni? Insomma, fare come fa Antonio Simone. Gli chiede il giudice: «C’è una contabilità dentro la sua testa, ma non ce n’è una reperibile scritta o digitale?». Risposta: «No, non c’è, certo». E nemmeno contratti: «Una parte viene messa all’inizio, poi una parte può essere messa a finanziamento soci e io resto socio, una parte dico “no, resto fuori e se il risultato è buono mi paghi”… In questo bailamme – concorda Simone stesso – non saprei neanche dire che cosa e da dove, però a me generalmente Daccò paga. Punto».
E perchè non posso anch’io evitare di sapere quanto dovrò pagare tanto chi aspetta i soldi ne ha già parecchi (e contrattare con o senza ricevute fiscali????): come Simone che dice al giudice: «Io e Daccò abbiamo dei rapporti di dare e avere abbastanza complessi, perché gli ho fatto fare un’operazione che non è andata bene e quindi ho un debito nei suoi confronti, almeno morale, poi discuteremo sul piano economico, che è un acquisto fatto ai Caraibi. La contabilità? Posso ricostruirla, sono gli affari…».
E ovviamente per essere sicuro di non subire controlli sulla mia contabilità non scritta, vorrei anch’io spostare la residenza all’estero come ha fatto Simone.
Pensate che io sia invidioso? Non lo sono. Vorrei solo che i privilegi imotivati vengano tolti, tanto più che in Italia viviamo tempi di crisi.
ciao antonio, lavoro nei carceri da diversi anni. cononsco abbastanza la realtà, so che è difficile, dura ed alienante, ma è una realtà incredibilmente carica di umanità. seguirò la tua vicenda e ti sono vicina.
Chiagni e fotti
La lettera di Carron da meditare. Le cose che si notano in questa vicenda: non siamo diversi dagli altri. A volte siamo peggio. Ma e’ naturale. Ma vorrei sapere quanti,stanno male quando vedono o sentono tirare in ballo CL in questa vicenda senza sentirsi violentati, stuprati, provando un dolore immenso. A volte mi sento cosi. Ma non per colpa di Simone o Formigoni o Arturo o Gigetto. Nessuno puo’ giudicare. Tantomeno tra fratelli. Lo siamo ? L’unica cosa che a me viene in mente ai detrattori di CL e’ che sono ignoranti e non conoscono. Padre perdonali, perche’ davvero non sanno quello che fanno. Noi in questo abbiamo qualche responsabilita’. Sono contento, del lungo cammino che abbiamo davanti. Che ho davanti. E’un’ottima occasione.
Caro Simone, sono contento di leggerti e aspetto con curiosità ed interesse le tue prossime lettere, sperando che tu possa presto portarle direttamente a mano (libera) in redazione.
Riguardo al resto è tutto chiaro.
Io non so se Simone sia colpevole o meno . Lascio ai giudici il lavoro per arrivare a una sentenza di assoluzione o meno.
La cosa che piu mi rende triste e preoccupato e’ costatare come gli uomini “politici” di punta del movimento in tutti questi anni abbiano contribuito a sostenere personaggi che con il loro stile di vita e di comunicazione hanno diffuso una cultura , soprattutto nelle giovani generazioni , tale per cui sia possibile ottenere dei risultati nella vita senza sacrifici , con delle scorciatoie e / o con dei comportamenti (per usare un eufemismo !) frivoli. Se a questo aggiungente che sono andati a braccetto con la Lega capite bene che il danno culturale e’ completo. Da persone impegnate in politica che hanno come riferimento un prete come e’ stato Don Giussano ci saremmo aspetti molto di più non certo che diventassero complici della diffusione di una cultura che sta incidendo negativamente su diverse generazioni di giovani. Da questo punto di vista ben venga il cambiamento , ben venga uno come Monti che sarà anche espressione dei poteri forti (trilateral) , che sbaglierà a introdurre troppe tasse (ma chi l’ha preceduto sia di dx che di sx cosa ha fatto !) ; con lui almeno io e mia moglie saremo sicuri che nessuno sei nostri giovani figli ci verra’ a chiedere cosa sia ill bunga bunga o le ampolle dei riti celtici……Ci piacerebbe sapere cosa ne pensa Amicone . Grazie
Non sono Amicone ma ti dico che se il tuo orizzonte educativo è evitare che i tuoi figli ti chiedano del bunga bunga allora la tua umanità è bella che fritta da un bel pezzo…ma scherziamo!! c’è in gioco la vita di un popolo e tu (come l’altro di prima) hai a cuore che ci siano sobrietà e stili di vita…un popolo non si fonda su queste presunte moralità ma sulla coscienza di un destino comune….è questo il tema della crisi, non certo risolvibile da un grigio burocrate
Qui ci si diletta a far le domande – profonde o nichiliste – (le risposte si avranno solo con la sentenza dei giudici????? Ma tra amici, quali sono Simone ,Amicone e quelli della loro storia comune, non si può dire prima come stanno le cose???? oppure questa è l’unica cosa che dicono in privato tra loro????)
Ho anch’io una domanda: perchè verrà pubblicata questa serie di lettere? Non mi è chiara la risposta data. Cosa vuol dire: “per ringraziare le centinaia di persone che mi hanno scritto e che pregano per me. Così che l’esperienza di uno possa eventualmente essere utile a tutti”???? Basta con le solite frasi cielline: che utilità avete voi ciellini dal carcere di uno di voi? far conoscere la situazione delle celle piccole e strette? (dovevate solo rivolgervi al vs amico Alfano che era ministro della Giustizia!) per fare la battaglia per ottenere l’amnistia (così Simone può uscire sicuramente indipendentemente dall’esito del processo?) Io sono invece favorevole alla costruzione di nuove carceri: nuove celle, anche 20 x 40 metri; e si possono usare le cattedrali nel deserto cioè edifici inutilizzati di proprietà statale!) E comunque ho il sospetto che si voglia far uscire la lacrimuccia in chi legge queste lettere, suscitando commozione per il povero Antonio Simone.
Caro Amicone, ora giudica pure la mia persona, fammi la tua morale (l’unica che in Cl è ammessa – le altre morali voi le chiamate “moralismo”), Dopo che a Marco hai scrittto: ” evitaci le prediche da prete, le parentesi ipocrite, il processo alle intenzioni”, da te Amicone mi aspetto di tutto.
Ma in conclusione sappi che io vorrei avere la morale di Carron nella sua lettera di Repubblica (distante anni luce dal tuo modo di giudicare). “Se il movimento di Comunione e Liberazione è continuamente identificato con l’attrattiva del potere, dei soldi, di stili di vita che nulla hanno a che vedere con quello che abbiamo incontrato, qualche pretesto dobbiamo aver dato”: sono parole di Carron.
Ps. Non mi firmo con nome e cognome volutamente tanto più che ho abbandonato da parecchi anni la storia di Cl.
1) che non sei più di CL lo si vede, dal fatto che non ti dimostri amico, cioè uno che vuole il bene dell’altro, dal fatto che non scrivi nome e cognome, perchè se non lo fai vuol dire che nkn ci conosci, dal fatto che di tutta la vicenda ti colpisce solo il sospetto e della lettera di Carron solo una frase. Se andassi avanti a leggere la lettera di Carron scopriresti che la logica (o se preferisci la morale) di Carron è la stessa per cui Antonio SImone tiene in cella la foto del Giuss e di Giovanni Paolo II, scrive su Tempi agli amici, e per cui Luigi Amicone le pubblica e fa il suo lavoro di giornalista. Carron ci insegna anche che l’errore non va giustificato, ma neppure può diventare pretesto per ergersi a giudici e ci invita ad essere tra noi non giudici ma testimoni.
x Giorgio Canu: cosa vuol dire che non mi dimostro amico cioè uno che vuole il bene dell’altro? Hai mai sentito parlare nel movimento di “correzione fraterna? Qualcuno ha provato, o sta provando a correggere, Simone, Daccò, Formigoni?
Dovrei anch’io nascondere la testra sotto la sabbia e fare una domanda sul senso religioso a quelli di Repubblica (tale è la domanda di Antonio Simone) oppure ripararmi dietro il paravento della fede, della sequela del Giuss? NO, grazie. A me interessa sempre e comunque la verità non x condannare chi sbaglia ma perchè siamo uomini e sento troppi qui che dicono “anche i cristiani sbagliano, hanno i loro limiti” ma mai, ripeto mai, sto leggendo di quali sono stati CONCRETAMENTE gli sbagli, gli errori, di Formigoni , di Daccò, di Simone.
Unica eccezione pochi giorni fa (prima delle elezioni amministrative, per cercare di far prendere qualche voto in più al pdl nei comuni lombardi): Formigoni ha ammesso di aver fatto vacanze che costano troppo (dopo che è stato sempre reticente e prepotente).
Va bene essere testimoni ma prima bisogna desiderare la verità (prima che ce la dicano i giudici), anche se questa può essere amara e anche se questa può non essere bella da leggere. Se poi questa verità i dirigenti ciellini non vogliono renderla pubblica, allora tutti questi articoli, tutti questi blog, tutte le parole sulla vicenda, valgono zero e allora si potrebbe chiudere il sipario e evitare di andare “fuori tema” facendo gli avvocati difensori.
Scusate, ma continuate a girare attorno al punto secondo me cruciale : ciò di cui è accusato Antonio Simone e vero o no? Se non è vero perchè non lo spiegate? A che serve continuare a piangersi addosso e atteggiarsi a perseguitati dolendosi perchè Repubblica vi odia?
Non ho capito se sei quello di prima mascherato da romanzo, però qui non piange nessuno e il tribunale ha un altro indirizzo. Il “vero” giudiziario deve dircelo una Corte. Questo è un altro file. Fatti un rewind con Repubblica e ripassati – per imparare la differenza che corre tra quel che si deve fare davanti a un giudice e quello che uno ha voglia di scrivere agli amici e non – la piccola Posta di Adriano degli ultimi quindici anni.
grazie luigi.
grazie per tempi.
e grazie che condividi con noi quello che vi scrive antonio.
Ah certo, se uno non vi liscia e vi incensa deve essere per forza un lettore di Repubblica. Complimenti per la logica. Fatti tu il rewind della lettera di Carròn.
Egregio Benson,
accetti un piccolo consiglio: si faccia un sano bicchiere di birra, e mi raccomando non in solitudine.
Marco basta con l’affermare condividiamo la stessa storia e poi dare un giudizio senza che riveli un dolore. per Stefano scusa non ho capito cosa vuoi dire. comunque ripeto Antonio ti sono vicino. paolo
Per Paolo,
che significa affermare un dolore?
Ribadisco, condfividiamo una storia comune ma non sono d’accordo con chi fa una cazzata (tutto da dimostrare) e poi si giustifica con Cristo.
M
Caro Marco, intanto abbi il buon gusto di presentarti con nome e cognome, tanto più se fai “parte della stessa storia” (bell’amico che abbiamo). Secondo, evitaci le prediche da prete, le parentesi ipocrite, il processo alle intenzioni. Se invece volevi semplicemente dire: “ben ti sta!”, dillo e amen.
Luigi Amicone
Caro Luigi,
devo dire che forse faccio bene a non scrivere nome e cognome, vista la rabbia che esprimi, io non ho offeso nessuno, tantomeno te.
Scusa, ma essere amici – o begli amici come dici tu – significa darti ragione, pensare che siamo sempre d’accordo? Bell’amico che “abbiamo”?
Non ho mai detto “ben gli sta” e ti faccio un’altra predica: dico che se uno fa del male non lo deve fare con la foto di Giussani in tasca perchè conosce l’esito del percorso, lo lasci a casa il santino, faccia casino e basta… se deve; senza sapere che c’è una via di fuga.
E poi, non hai risposto a nulla.
M
caro Antonio grazie
Antonio,
condividiamo la stessa storia ma noto, nonostante tutto, l’atteggiamento di chi chiede e giudica invece di pensare a ciò che lo riguarda… e cioè alle sue azioni, solo a quelle.
Sei in carcere e non è una scampagnata; vai fino in fondo al tuo destino e non chiedere ragioni di quello degli altri.
M
Caro Marco,
e perchè mai Antonio non dovrebbe chiedere ragioni a chi lo crocifigge magari ingiustamente? ai posteri la’rdua sentenza….
Caro beppe ciao,
perchè mi pare di cogliere nel racconto del carcere un atteggiamento da perseguitato politico, di tradotto nel freddo della Kolyma.
Sbagliare (ammesso che per Antonio sia vero) teorizzando che l’uomo è peccatore e che la fede lo salva è un atteggiamento da intellettuale, è una giustificazione.
Ciao,
Marco
La domanda di Antonio Simone a Repubblica e la domanda di Repubblica a Formigoni sono simili.
Entrambe retoriche ed entrambe non riceveranno mai una risposta adeguata.