Lettera di Cl a Repubblica. «Vostre accuse infamanti»

Lettera sul quotidiano di Alberto Savorana, ufficio stampa di Cl. «L'unica strada percorribile per tutelare l'onorabilità del movimento ecclesiale di Cl resta ormai quella legale».

Pubblichiamo la lettera che è apparsa il 15 maggio sul quotidiano Repubblica, a firma di Alberto Savorana, ufficio stampa di Comunione e Liberazione.

L’articolo del 13 maggio (“I conti segreti di Daccò in una fiduciaria svizzera. È caccia al forziere di Cl”) lancia accuse incredibili e infamanti contro il movimento di Comunione e liberazione a partire da vicende personali di suoi aderenti.
Pubblicando la lettera di don Carrón in prima pagina su la Repubblica del 1° maggio scorso, il giornale sembrava aver preso atto della distinzione tra la responsabilità del movimento e quella dei suoi aderenti. Ma l’articolo del 13 maggio lo ignora e mostra in maniera evidente un intento diffamatorio ai danni di Cl in quanto tale, contro il quale sembra inutile ogni nostra smentita o chiarificazione.
Inutile dire che Cl in Svizzera non ha forzieri, che le strade di Cl non si incrociano con quelle della massoneria, che Cl non persegue alcuna strategia di espansione nella Confederazione Elvetica.
Per questo l’unica strada percorribile per tutelare l’onorabilità del movimento ecclesiale di Cl resta ormai quella legale.

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