Dopo l'uccisione del suo leader Pascal Sleiman, il partito cristiano delle Forze Libanesi chiede un'indagine, il disarmo di Hezbollah e il ripristino della legalità nel Paese. L'alternativa è la guerra civile
I funerali di Pascal Sleiman, il leader delle Forze Libanesi ucciso a
C’è molto di più di una sia pur accorata omelia nelle parole del patriarca libanese Becharia Rai sei giorni dopo il rapimento e l'omicidio di Pascal Sleiman: più di mille persone si raccolgono nella cattedrale dei cristiani maroniti a Beirut, la chiesa di Saint-Georges, per i funerali del leader delle Forze Libanesi a Jbeil.
Secondo la versione ufficiale è stato ucciso durante un tentativo di furto della sua auto, probabilmente da parte di alcuni criminali siriani. Il discorso del Patriarca, persona a cui tutto il Libano ha sempre riconosciuto equilibrio e moderazione, si interrompe più volte per la commozione: lancia un appello alla calma, ricorda che Pascal, tutti lo chiamavano per nome nella sua città a nord di Beirut, «non invocava vendetta né omicidio». Ci confida Il suo pensiero riassumendolo in una parola: Sleiman è un “martire”.
Manca la legalità in Libano
Riprende in parte la versione ufficiale che accusa i siriani (ce ne sono quasi due milioni rifugiati in Libano): «deplorevo...