Libertà vo cercando, ch’è sì cara…

Di Lorenzo Albacete
08 Marzo 2000
West Side Story

Sin dai primi tempi, il contesto nel quale il dibattito sulla libertà ha avuto luogo nella storia americana è stato costituito da una visione protestante del mondo. La visione “morale” o “cristiana” della libertà era dominante nel mondo anglo-americano prima della rivoluzione: libertà come autonomia, autocontrollo, capacità personale di rispettare gli standard etici della Bibbia. Il mondo protestante anglo-americano era visto come la casa scelta da Dio per la libertà entro un mondo sprofondato nella barbarie o tenuto in schiavitù dalla tirannia. Un altro termine usato per indicare la tirannia era “papismo”. Protestantesimo significava libertà; Cattolicesimo equivaleva a tirannia.

Questo contesto rimase vivo anche quando una nozione secolarizzata di libertà si sotituì a quella teologica protestante. La libertà era vista come la capacità dei cittadini protestanti anglo-americani di vivere la propria vita secondo “l’autorità della legge”, in contrasto con lo stato “servile” degli abitanti delle terre cattoliche. Più tardi, persino l’Inghilterra fu giudicata essersi corrotta, lasciando alla “New England” il ruolo di faro privilegiato della libertà dell’uomo.

Questa dimensione del dibattito sulla libertà si trova presente anche nell’epoca contemporanea. Una delle questioni controverse in gioco nelle primarie repubblicane della Carolina del sud è la decisione di George Bush di iniziare la sua campagna elettorale nella Bob Jones University, una istituzione fondamentalista protestante nella quale i contatti inter-razziali sono proibiti sulla base di una interpretazione della Bibbia, e dove il Rettore dell’Università considera il Cattolicesimo come una religione satanica e il Papa l’anticristo. L’altro giorno stavo ascoltando un talk-show molto popolare a New York, nel quale l’ospite, un cattolico conservatore di origine irlandese, era stupito nello scoprire quanti ascoltatori, che abitano in questa che è la zona più cosmopolita e pluralistica del mondo, telefonassero difendendo una tale posizione.

La cosa interessante è che questi ascoltatori, così come i responsabili della Bob Jones University, considerano questo una espressione di libertà. Questa università, per fare un esempio, è una delle pochissime che si sostiene senza alcun sussidio economico federale, perché considerano il potere governativo come una minaccia. Questa paura del potere dello stato costituisce naturalmente una delle prese di posizione fondamentali del partito Repubblicano contemporaneo.

Questo spiega anche perché, quando i Repubblicani insistono sulla precedenza della società sullo stato, i cattolici si domandano a quale definizione di libertà essi si riferiscano e se non si tratti di una concezione altrettanto contraria alla visione cattolica di quella che ha trovato dimora nel partito Democratico.

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